La magnanimità secondo santa Teresa d’Avila

In Nomine Patris et Filii e Spiritus Sancti . Amen

  1. Santa Teresa (Cammino di perfezione, c. XIX), riportando queste stesse parole del Salvatore: «Se qualcuno ha sete venga a Me e beva», così si esprime: «Pensate che il Signore invita tutti. Egli è la stessa verità, dunque la cosa è fuori dubbio. Se il festino non fosse generale, non ci chiamerebbe tutti, oppure, chiamandoci, non direbbe: “Vi darò da bere”, ma direbbe invece: Venite tutti, non ci perderete nulla, ed io darò da bere a chi Mi piacerà. Ma poiché Egli dice senza restrizioni: “Venite tutti”, ritengo come cosa certa che tutti quelli che non resteranno per istrada riceveranno quest’acqua viva. Si degni Colui che ce la promise farci la grazia di cercarla come si deve: La chiedo nel Suo nome stesso!». Nello stesso capitolo (XIX) la Santa dice: «Quando Dio vuole che beviamo di quest’acqua viva (l’unione divina, essendo assolutamente soprannaturale, non dipende da noi) è per purificare l’anima nostra… Tutto ad un tratto l’avvicina a sé, ed in un momento le insegna più verità, le dà più lume sul nulla di tutte le cose di quel che non avrebbe potuto acquistare in molti anni». Poi soggiunge (c. XXI): «Ritorniamo a quelli che sono risoluti di camminare per questa via e di non arrestarsi prima d’aver raggiunto la mèta, vale a dire prima di essersi abbeverati a questa acqua viva. E in primo luogo, come si deve principiare? Ciò che è di maggiore importanza, anzi di massima importanza, è di prendere una ferma risoluzione, una determinazione assoluta, irremovibile, di non fermarsi finché non abbiamo raggiunto la sorgente, accada quel che può accadere, costi quel che può costare; per quanto possiamo essere oggetto di critica o morire per via, oppressi sotto il peso di mille ostacoli, per quanto infine il mondo intero dovesse andare in rovina».

In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.