La magnanimità secondo santa Caterina e san Tommaso

In Nomine Patris et Filii e Spiritus Sancti . Amen

La cosa che qui più importa notare è la generosità, necessaria sin dal principio se vogliono arrivare all’unione intima con Dio e alla contemplazione penetrante e gustosa delle cose divine.

Nel «Dialogo» di Santa Caterina da Siena (c.LIII) si legge a tal riguardo: «Voi siete stati tutti invitati generalmente e particolarmente dalla mia Verità, quando, nell’ardore del Suo desiderio, gridava nel tempio: “Chi ha sete venga a me e beva… Sì che voi siete invitati alla fonte dell’acqua viva della grazia. Convienvi dunque passare per lui, che vi fa da ponte, e perseverare in modo che nessuna spina, né vento contrario, né prosperità, né avversità, né altra pena che poteste sostenere vi debba fare volgere il capo a dietro. Dovete perseverare infino che troviate me che vi dò acqua viva e ve la dò per mezzo di questo dolce e amoroso Verbo Unigenito mio Figliuolo».

San Tommaso dice lo stesso, commentando in San Matteo (5, 6) le parole: «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati». «Il Signore – dice – vuole che abbiano fame e sete di questa giustizia che consiste nel rendere a ciascuno – e primieramente a Dio – ciò che gli é dovuto. Vuole che quaggiù non siano mai sazi… ma che il nostro desiderio cresca sempre più…Beati quelli che hanno questo desiderio insaziabile; essi riceveranno la vita eterna, e nel frattempo i beni spirituali in abbondanza nell’adempimento dei comandamenti, secondo la parola del Maestro (Gv 4, 34) «Mio cibo è far la volontà di Colui che mi ha mandato a compiere l’opera Sua».

Il Dottor angelico, nel suo Commentario sopra San Giovanni (7, 37), dice ancora: «Tutti quelli che hanno sete sono invitati quando Nostro Signore dice: Se qualcuno ha sete, venga e beva. Isaia (55, 1), aveva detto: Voi tutti che avete sete, venite alle acque vive. Chiama gli assetati, perché sono quelli che desiderano servire Dio. Il Signore non accetta un servizio forzato, ma ama colui che dà con gioia (2 Cor 9, 17). Chiama, non solo qualcuno, ma tutti quelli che hanno sete; e li invita a bere questa bevanda spirituale che è la sapienza divina, capace di colmare i nostri desideri; e questa divina sapienza vorremmo darla agli altri dopo averla trovata per noi.

Ecco il motivo per cui Egli ci dice: chi crede in me, scaturiranno dal suo seno – come dice la Scrittura – fiumi d’acqua viva» (Gv 7, 38). Così parla San Tommaso nel suo Commentario sopra San Giovanni.

Ma per giungere a questa sorgente sovrabbondante, é necessario aver sete, sete di virtù, e camminare generosamente per la via stretta dell’abnegazione, via spirituale che è stretta per i sensi, ma che, per lo spirito, diverrà immensa come Dio stesso al quale conduce, mentre il cammino della perdizione, largo sul principio per i sensi, si restringe in seguito sempre più per lo spirito e conduce alla Geenna.

In Nomine Patris et Filii e Spiritus Sancti. Amen