4. L’Imitazione del Bambino Gesù

+ In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

In questo tempo natalizio accogliamo il Signore nella Sua semplicità, nella Sua innocenza, e nella Sua umiltà. AmiamoLo così, ed amandoLo imitiamoLo così. ‘Imparate da me’ ci dice, ‘Che sono mite ed umile di cuore.’

L’imitazione di Cristo è l’unico scopo della vita umana: per questo siamo stati creati, ossia secondo la Sua immagine; questo è il fondamento della nostra dignità, della nostra eccellenza come uomini; questo è la misura della nostra gloria eterna in cielo. Bisogna imitarLo in tutto ciò che sappiamo di lui: in tutto ciò che faceva ed era – ed era anche un bambino.

Nostro Signore Gesù Cristo ci insegna che bisogna divenire come bambini per entrare nel regno di Dio – come bambini innanzitutto verso Dio: per mezzo della semplicità e dell’innocenza nella preghiera e nella confessione, dicendo tutto a Lui ed al Suo ministro con una grande semplicità, senza nascondere niente; per mezzo della nostra umiltà, sapendo che Lui è tutto e noi non siamo niente.

Bisogna divenire come bambini anche verso il prossimo, nella semplicità e nell’innocenza dei nostri rapporti con lui, ed anche nel pregare per i nostri nemici (ovvero per coloro che ci offendono), senza mai parlare male di loro. Bisogna anche essere umili con tutti e non cercare il nostro interesse nel primo luogo, ma piuttosto la gloria di Dio in tutte le cose.

E così, carissimi fedeli, abbiamo meditato sulla Gloria di Dio nell’arco dei cieli come la luce increata ed eterna, annunciata dagli angeli alla notte della Sua natività, e poi apparso in terra come un piccolo Bambino.

Questo Bambino bisogna amare ed imitare per poterci avvicinare a Lui senza paura, per provare, nelle parole di nuovo di don Guéranger, ‘meno spavento all’annuncio terribile che ci fa il Vostro profeta il quale, superando i secoli con la rapidità della Vostra parola, ci preannunzia già l’avvicinarsi di quel giorno terribile in cui Voi verrete all’improvviso, ardente nel Vostro furore con le labbra piene d’indignazione e la lingua simile ad un fuoco divoratore. Oggi non facciamo che sperare, e aspettiamo una Venuta del tutto pacifica: siateci propizio nell’ultimo giorno; ma ora lasciate che Vi diciamo con uno dei Vostri pii servi, il venerabile Pierre de Celles…:

Sì, venite, o Gesù, ma nelle fasce, non nelle armi; nell’umiltà, non nella grandezza; nella mangiatoia, non sulle nubi del cielo; nelle braccia della Madre Vostra , non sul trono della Vostra Maestà; sull’asina, e non sui Cherubini; verso di noi, e non contro di noi; per salvare e non per giudicare; per visitare nella pace e non per condannare nel furore. Se venite così, o Gesù, invece di fuggire da Voi, è verso di Voi che correremo’.

Anzi, carissimi amici, se noi avremo vissuto semplici, innocenti, umili come bambini Lui ci accogliera come bambini, e ci dirà: ‘Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite, perché di questi è il Regno di Dio.’

+ In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.