L’uomo davanti a Dio (2)

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

Nella prima parte di questa meditazione ci siamo chiesti chi siamo dal punto di vista della nostra sostanza che è il nulla; dal punto di vista della qualità sono misero quanto al corpo e nobile quanto all’anima secondo la quale devo dunque vivere; rispetto alla relazione sono figlio di Adamo e dunque peccatore; rispetto all’occupazione sono obbligato a vivere santamente secondo il mio status di vita.

In quinto luogo, mi pongo la domanda per quanto riguarda la sofferenza. Chi sei tu? vale a dire, che cosa soffri? Rispondi: nel corpo soffro la fame, la sete, la malattia, le continue afflizioni, sicché non ho neanche il più piccolo intervallo di tempo in cui non ho molte cose da sopportare. Quanto all’anima mia, ho afflizioni, dolori e ansie, angosce, collere, sdegno, tenebre, paure, ecc. Sembro essere per così dire il bersaglio a cui le afflizioni scagliano i loro dardi e mi trafiggono con le loro frecce. Sii dunque irremovibile nella pazienza, affinché tu possa sopportare pazientemente e generosamente ogni cosa e ottenere la corona eterna della pazienza in Cielo.

Sesto, per quanto riguarda il luogo. Chi, ovvero dove sei? Rispondi, io sono sulla terra, posto tra il paradiso e l’inferno, in modo tale che se vivo santamente, posso passare in Paradiso, se malvagiamente, all’Inferno. Vivi dunque attentamente, prudentemente e santamente, affinché non l’Inferno, ma il Paradiso ti accolga, quando questa breve vita mortale sarà finita.

Settimo, per quanto riguarda il tempo. Chi sei tu? Quando sei nato? Quanto tempo hai vissuto? Quando morirai? Risposta: nato ieri, oggi vivo, domani morirò. « Poiché siamo di ieri e non sappiamo nulla; tutti i nostri giorni sulla terra non sono che un’ombra » (Giobbe 8,9). Perciò disprezza tutte le cose temporali, che volano via come un uccello. Amate e bramate le cose celesti, che durano in eterno con Dio e gli angeli. Così tu, essendo eterno, sarai eternamente felice e dimorerai nelle delizie eterne. Perché come dice S. Gregorio: « Per essere eterni e felici eternamente, imitiamo l’eternità. E questa è per noi una grande eternità, anche l’imitazione dell’eternità ».

Infine, per quanto riguarda la postura e l’abbigliamento. Chi sei tu? ovvero, che postura o vestiti hai? Rispondi, sto in piedi, mi siedo, mi sdraio; indosso l’abito del cristiano, del sacerdote, del vescovo, del religioso. Bada dunque a vivere secondo la tua abitudine. Perché non è l’abito che fa il cristiano, o il monaco, ma la purezza di vita, l’umiltà, la carità.

Che Dio ci aiuti ad amarLo e che Dio abbia misericordia di tutti noi!

+ In nomine Patris et Filii e Spiritus Sancti. Amen.