La Zizzania

+ In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen

Nella parabola della zizzania, sentiamo come un uomo aveva seminato del buon seme nel suo campo, ma mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò zizzanie in mezzo al grano, e se ne andò. Il padrone dice ai servi: ‘Lasciate che l’uno e l’altro crescano insieme fino alla mietitura ed al momento della mietitura dirò ai mietitori: ‘Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio.’

Nostro Signor Benedetto spiega la parabola ai discepoli in questi termini: Il seminatore è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno; il nemico è il diavolo; la mietitura è la fine del mondo; i mietitori sono gli angeli; la fornace è l’Inferno; il granaio è il Paradiso.

Secondo l’interpretazione dei Padri della Chiesa, la parabola rappresenta la Chiesa dopo l’Ascensione del Signore. I servi sono i vescovi incaricati della coltivazione e della cura del campo fecondo che il Signore Stesso ha irrigato col sudore della fronte; il campo è il mondo intero che già dall’inizio dei tempi ha una certa conoscenza di Dio e della Sua legge, una conoscenza portata alla sua pienezza dal vangelo di Cristo.

Mentre i vescovi si addormentano di un sonno di negligenza, il diavolo semina la corruzione: ovvero lo scisma e l’eresia; il Signore lascia convivere i buoni ed i cattivi fino alla fine dei tempi, affinché i buoni si possano maturare con pazienza ed i cattivi si possano convertire. Poi invierà i Suoi angeli per separarli e per consegnarli o al Paradiso o in Inferno, dove i primi splenderanno come il sole nel regno del loro Padre; ed i secondi bruceranno per sempre con pianti e con stridore dei denti.

I Padri della Chiesa intendono questa parabola rispetto il male dello scisma e dell’eresia – come parecchie altre, ad esempio la parabola sulla casa edificata sulla roccia immune alle tempeste. Qualcuno forse dirà: ‘Non parliamo più in questi termini’ a cui risponderemmo: ‘Anche se quasi nessuno ne parla più, non significa che questi mali non esistano più.’ Anzi, lo scisma e l’eresia esistono sempre: crescono ed infestano sempre di più il campo fecondo della Chiesa.’

Ora, il bene della Fede è triplice:

  1. Ci dà la vita eterna già su questa terra, nel senso che ci dà la conoscenza certa di Dio, e l’unione stretta a Lui;
  2. Ci mostra con i suoi divini precetti la strada che conduce al Cielo;
  3. Ci aiuta a superare tutti gli ostacoli su questa strada che ci possano porre il mondo, la carne, ed il diavolo.

Il male dell’eresia invece si oppone ad ogni elemento di questo bene triplice, in quanto:

  1. Ci spoglia della vita eterna già su questa terra, spogliandoci della conoscenza certa di Dio e dell’unione stretta a Lui che ne segue;
  2. Ci svia dalla strada che conduce al Cielo;
  3. Ci moltiplica gli ostacoli su questa strada che ci impediscono a progredire verso la nostra meta.
    Colui che semina la ziazzania di questo male è davvero il diavolo stesso: inimicus fidei et hereticorum doctor secondo due suoi titoli nel grande esorcismo.

Bisogna ringraziare Dio ogni giorno per il dono della fede e bisogna evitare lo scisma (come il sedevacantismo) nonché l’eresia, come un veleno mortale. Bisogna pregare l’intercessione della Beatissima Vergine Maria per liberare la Santa Chiesa Cattolica di questi mali, Lei che, come preghiamo nel terzo notturno del comune delle Sue feste, ha distrutto tutte le eresie nel mondo intero:

‘Gaude, Maria Virgo, cunctas haereses sola interemisti in universo mundo.’
Amen.