Il Fattore Disonesto

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

Il fattore disonesto viene lodato dal Signore, e ci dice: “Fatevi degli amici con le ricchezze dell’iniquità.” Ciò no significa però che bisogna imitare il fattore nell sua disonestà, bensì nella prudenza con la quale tratta i beni di questo mondo: soprattutto i soldi, perché se li usiamo con prudenza, ci aiuteranno a raggiungere il cielo. Il catechismo di Trento fà menzione particolare in questo riguardo delle elemosine date per le sante Messe da requiem.

Sant’Agostino scrive: Ci arricchiamo non tenendo le ricchezze, bensì dandole via. Questo significa che se diamo via le ricchezze materiali, ci arriccheremo con le vere ricchezze: quelle spirituali . Se diamo soldi per il bene dei defunti, ad esempio, Dio ce ne ricompenserà, ma anche i defunti pregheranno per noi, ed avremo pure quella ricompensa spirituale: Quando moriremo, loro “ci accoglieranno nelle corti eterne”, per citare le parole alla fine della parabola.

E’ vero che assistere e venire in aiuto ai nostri defunti o con la santa Messa o con la preghiera è un tipo di elemosina ottimo, non solo per la ricompensa che ci sarà data, ma anche per motivi di pietà verso i famigliari, soprattutto per i gentiori se sono morti: il quarto comandamento ci obbliga sempre: anche dopo la loro morte.

Le pene del Purgatorio sono forti. In un libro sulle anime defunte, si racconta che una madre si presentava alla figlia dopo la morte, e la rimproverò dicendo: “Ingrata figlia mia! Perché mai hai smesso così presto di pregare per tua madre che brucio nelle fiamme del Purgatorio?” Se i nostri cari defunti non sono più visibili , esistono sempre, e hanno diritto al nostro aiuto.


Aiutiamoli dunque con sante Messe, con preghiere, con le offerte delle fatiche di questa vita, per ridurre i loro debiti ed anche i nostri, e per portarli al più presto in Cielo, dove ci accoglieranno un giorno nelle corti eterne alla gloria di Dio Trino ed Uno. Amen.

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.