Evitare il Purgatorio (1)

+ In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

Continuiamo guardando il carattere espiatorio della Santa Messa. Per comprendere la necessità dell’espiazione, ricordiamo che la conseguenza di ogni peccato è duplice: la colpa e la pena del peccato. La colpa è rimessa con la contrizione e la confessione; la pena (o punizione temporale) è rimessa con la contrizione in confessione e la penitenza data in confessione, che normalmente, però, rimetteranno la pena solo in parte. Quanto più profonda la contrizione, quanto più sincera la confessione, quanto più severa la penitenza: tanto più largamente sarà rimessa questa pena. Ma che dire del resto della sanzione? Deve essere pagato con lagrime, preghiere, veglie, digiuni, elemosine, confessioni, sante Comunioni, sante Messe e Indulgenze qui sulla Terra; e ciò che non sarà stato pagato prima della morte sarà pagato dalle fiamme del Purgatorio dopo la morte. Il venerabile Luigi da Grenada, il dotto e santo domenicano del XVI secolo, sostiene che l’adulto medio trascorre dai trenta ai cinquanta anni in Purgatorio.

Ma se vogliamo, come è del tutto naturale, come Dio desidera nella sua economia di salvezza, e come Gli è proprio appropriato nella Sua infinita bontà e nel Suo infinito amore verso di noi, che noi evitiamo le fiamme del Purgatorio e che usiamo la nostra vita per santificarci, affinché alla morte passiamo subito nella Visione dell’Eterna e Santissima Trinità, allora che cosa possiamo fare? A parte le pratiche a cui abbiamo appena accennato, bisogna assistere alla Messa in ispirito di penitenza, in ispirito di riparazione per i nostri peccati.

Il Concilio di Trento dichiara dogmaticamente: « Se qualcuno dice che il Sacrificio della Messa non è un sacrificio propiziatorio Anathema Sit »; dichiara inoltre che otteniamo la misericordia e troviamo la grazia: «… se ci avviciniamo a Dio contriti e pentiti, con cuore sincero, retta fede, timore e riverenza. Poiché il Signore è placato dalla sua oblazione, concedendo la grazia ed il dono del pentimento, perdonando anche i delitti ed i peccati efferati… ». Quanto ai peccati veniali aggiunge: « Cristo ha istituito la Santa Messa nell’Ultima Cena affinché la sua virtù salutare si applichi alla remissione di quei peccati che quotidianamente commettiamo ». Il metodo con cui la colpa e la pena del peccato saranno rimesse è, come abbiamo detto sopra, mediante la Santa Messa che risveglia la contrizione nel nostro cuore.

Assistere poi alla Santa Messa in spirito di riparazione con piena fiducia nella misericordia di Dio ha l’effetto di ridurre in misura grande il nostro debito verso Dio, come i debiti di quelle persone verso il loro padrone nella parabola, che l’amministratore del padrone riduce incommensurabilmente in un solo atto di misericordia. Si narra infatti che, assistendo con le opportune disposizioni alla Santa Messa in suffragio delle anime sante del Purgatorio, i quattro anni di purgatorio ai quali una determinata anima era stata condannata per giusta ira di Dio, furono commutati in due anni e mezzo.

Scrive un dotto commentatore: « ammesso che i fedeli assistano alla Messa per ottenere questa remissione, essa è concessa immediatamente ed in pieno vigore ». « Tale è la potenza della Santa Messa », afferma un altro pio autore, « che i nostri peccati si sciolgono davanti ad essa come la cera davanti al fuoco, e le pene che abbiamo guadagnate sono allontanate da noi ». L’Infinita Misericordia di Dio ci concede di offrire spiritualmente il Sacrificio della Messa proprio come il nostro sacrificio: « Pregate, fratelli, che il mio e il vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente… ». Anche se come peccatori ci siamo fatti nemici di Lui fino ad un grado maggiore o minore, tuttavia la nostra offerta del Sacrificio dell’Immacolato e Divino Agnello di Dio al Padre attira sulle nostre anime il Divin Favore, per la remissione di tutte le nostre offese, anche se, come insegna il Concilio di Trento, i nostri peccati fossero dei più gravi.

+ In Nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.