L’Assunzione

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

 I   La Dormizione

In questa meditazione vogliamo considerare il carattere della morte della Beatissima Vergine Maria.

In virtù dell’eccellenza e dell’eccelsa santità della Beatissima Vergine Maria ella è morta come uno che si addormenta. Perciò la sua morte viene descritta più precisamente come ‘dormizione’. Se si chiedesse perché non avrebbe potuto evitare completamente la morte, la risposta deve essere perché Iddio voleva la Madonna tutta simile a Gesù, essendo morto il Figlio, conveniva che ancor morisse la Madre. Ora questa morte fu caratterizzata da due tratti: dalla sua dolcezza e dalla sua felicità.

A questo riguardo insegna sant’Alfonso che di sono 3 cose rendono amara la morte: ‘Lattaccamento alla terra, il rimorso dei peccati, l’incertezza della salute.’ Mentre la Beatissima Vergine ‘morì tutta distaccata, come sempre visse, dai beni mondani; morì con somma pace di coscienza; morì con certezza della gloria eterna.’

 

  1. Il Suo Distacco dalle Cose di questa terra.

Ebbene nell’Eccclestiasticus si legge (41): ‘O morte quanto è amaro il ricordo di te agli uomini che hanno la pace nei loro possessi.’ Similmente il Signore ci dice che è difficile che un uomo ricco si salvi – un uomo che ha messo la fiducia nelle cose di questo mondo. Mentre la morte dei santi non è amara, bensì dolce, amabile e preziosa, perché muoiono distaccati dal mondo: muoiono nel Signore: ‘Beati i morti che muoiono nel Signore’ (Apc. 14.13).

Ora la Madonna fu l’esemplare il più insigne di questo spirito di distacco. Sant’Alfonso scrive: ‘Sin dall’età di 3 anni lasciò i suoi parenti ed andò a rinserrarsi nel Tempio per attendere solamente a Dio, distaccato dalle robe, contentandosi di vivere sempre povera, sostendandosi colle fatiche delle mani, distaccata dagli onori, ed amando la vita umile ed abietta – benché le toccasse l’onor di regina per ragione della discendenza che traeva dai re d’Israele. Rivelò la stessa Vergine a sant’ Elisabetta benedettina, che quando fu lasciata nel Tempio dai suoi parenti stabilì nel cuore di non aver altro padre, e non amar altro bene, che Dio.’

L’introito della Festa dell’Assunzione cita la frase seguente del libro dell’Apocalisse: ‘Un grande segno apparve in cielo: una donna vestita del sole, con la luna sotto i piedi’ (12.1). Quest’immagine viene attribuita dalla teologia alla Beatissima Vergine Maria assunta nella gloria. Sant’Alfonso scrive: ‘Per la luna spiegano gli interpreti significarsi i beni di questa terra che sono caduchi e mancano come manca la luna. Tutti questi beni la Madonna non li ebbe mai nel cuore ma sempre li disprezzò e le tenne sotto i piedi.’

Un’altra immagine della sacra Scrittura che ci indica il suo distacco da questo mondo è quella della tortorella nella frase: ‘La voce della tortorella si udì nella nostra campagna’ (Cant. 2. 12), perché la tortorella è un uccello solitario. Una terza immagine è quella della persona ‘che ascende per lo deserto’ nello stesso Cantico dei cantici (3.6). Ruperto di Deutz commenta: ‘In tale guisa ascendeste per lo deserto perché avevate un’anima solitaria.’ In breve, la Madonna era distaccata dalle cose di questo mondo e quindi la sua morte era dolce.

 

  1. la Sua Pace di Coscienza

Per citare ancora sant’Alfonso: ‘I peccati fatti nella vita sono quei vermi che maggiomente affligono e rodono il cuore dei poveri peccatori moribondi, i quali, dovendo allora tra breve presentarsi al divino tribunale, si vedono circondati in quel punto dai loro peccati che lo spaventano e lor gridano intorno al dir di san Bernardo: ‘Siamo opera tua. Non ti abbandoniamo.’ Si può aggiungere che questo vale soprattutto per i peccati non perdonati, ma anche per i peccati perdonati, perché anche questi affligono la coscienza col rimorso, col rimorso per tempo perso o persino per tutta una vita sprecata, per occasioni mancate per amare Dio e progredire nella santità. Tutti questi peccati divengono vermi, come anche la coscienza stessa diviene verme all’ora della morte, e per i dannati diviene il verme che non muore mai.

La Santissima Vergine Maria invece non poteva essere afflitta da alcun rimorso di coscienza perché era completamente libera dal peccato: sia originale che attuale. Quanto al peccato originale, citiamo la Bolla Ineffabilis di beato Pio IX: ‘Dal primo istante della sua concezione per mezzo di una grazia ed un privilegio singolare di Dio Onnipotente, in virtù dei meriti di Cristo Gesù Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia del peccato originale.’ Quanto invece al peccato attuale, il concilio di Trento dichiara: la Chiesa mantiene che la Beata Vergine, mediante un privilegio speciale di Dio, poteva evitare tutti peccati, anche veniali, durante tutta la sua vita (S. VI c. 23). Così la frase del cantico dei cantici si può applicare a le: ‘Tutta bella sei tu, o mia diletta, e macchia non è in te.’

Sant’Alfonso commenta: ‘Dacchè ebbe l’uso di ragione cioè dal primo istante della sua immaolata concezione nell’utero di sant’Anna, sin d’allora cominciò con tutte le sue forze ad amare il suo Dio, e così seguì a far semore più avanzandosi nelle perfezione e nell’amore in tutta la sua vita. Tutti i suoi pensieri, i desideri, gli affetti non furono che di Dio: non disse parola, non fece moto, non diede occhiata, non respirò, che non fosse per Dio e per la sua gloria, senza mai storcere un passo, senza mai distaccarsi un momento dall’amore divino.’ Il santo descrive come tutti questi atti le si fecero intorno al suo beato letto e, consolandola, dicevano: Siamo opere delle tue mani: non ti abbandoniamo.’

 

  1. La Sicurezza della Madonna sull’Eterna Salute

I peccatori che muoiono con dubbio della loro salute temono con un grande spavento di passare ad una morte eterna, mentre i santi si rallegrano nella loro grande speranza di andare a possedere Iddio nel cielo. ‘San Lorenzo Giustiniani, stando vicino alla morte e sentendo i suoi famigliari che piangevano intorno disse: ‘Andate altrove a piangere: se volete stare qui con me, avete da godere come godo io in vedermi aprire la porta del paradiso ed unirmi col mio Dio.’ Similmente san Luigi Gonzaga , quando ricevette le notizie della morte, esclamò: ‘Mi sono rallegrato quando mi hanno detto: andremo nella casa di Dio: ‘Laetatus sum in his quae dicta sunt mihi: in domum Dei ibimus.’

Eppure gli altri santi non avevano la certezza della divina grazia, ne della propria santità, come ne era la Madonna, che già dalla parola dell’Arcangelo Gabriele aveva somma certeza di esssere l’oggetto del sommo favore di Dio: Ave Gratia plena, Dominus tecum, Benedicta tu in mulieiribus… invenisti gratiam apud Deum.’ Quanta era la sua certezza della propria salvezza, tanta era la sua allegria alle notizie della morte, del suo transito imminente al possesso pieno e definitivo di Dio.

 

  1. La Causa della Morte della Beatissima Vergine Maria

Sant’ Alfonso argomenta che il principio della sua vita era il principio della sua morte. Il principio della sua vita, e dunque anche della sua morte, era l’amore divino.

Bernardino da Bustis scrive che la Madonna, per privilegio singolare non conceduto ad alcun altro santo, amava e stava amando sempre attualmente Dio in ogni istante della sua vita e con tanto ardore che dice san Bernardo esservi stato necessario un continuo miracolo acciocchè ella avesse potuto vivere in mezzo a tante fiamme.

Della Madonna fu già detto dei sacri cantici: ‘Chi è costei che ascende per il deserto quasi colonna di fumo dagli aromati di mirra, e d’incenso, e di ogni polvere e profumerie’ (Cant. 3.6): Un pio autore commenta: ‘La sua totale mortificazione figurata nella mirra, le sue ferventi orazioni significate nell’incenso, e tutte le sante sue virtù unite alla sua perfetta carità verso Dio, accendevano in lei un incendio così grande, che la sua bell’anima, tutta sacrificata e consumata dal divino amore, s’alzava continuamente a Dio qual verghetta di fumo, perché internamente consumata in olocausto dall’incendio dell’amor divino, da lei vampava soavissima fragranza.’

Sant’Alfonso conclude: ‘Qual visse l’amante Vergine, tale morì. Siccome l’amore divino le die la vita, così le die la morte, morendo ella come comunemente dicono i dottori ed i santi Padri, non di altra infermità che di puro amore, dicendo sant’Ildefonso che Maria o non doveva morire, o solo morire di amore. Amen.

 

                        II   L’Assunzione

 In salmo 132.8 si legge: ‘Su via, o Signore, al vostro riposo, voi e l’arca della vostra santificazione.’ I teologi applicano questo passo non solo all’introduzione dell’arca del testamento nella città di Davide, ma anche all’ Ascensione del Signore e all’Assunzione della Beatissima Vergine Maria in cielo. Ella era l’arca della nuova allenaza, l’arca della santificazione del Signore nel senso che ella fu santificato dalla presenza del Signore nel suo seno: benedetta fra le donne perché benedetto il frutto del suo seno Gesù. A questo riguardo scrive san Bernardo: ‘Ascenda per la Vostra santissima Madre, Maria, già santificata nel concepirVi.’

Quanto alla pompa con la quale la beatissima Vergine entrasse in cielo, era più nobile e gloriosa di quella dell’arca del testamento, di quella con la quale il profeta Elia fu trasportato in cielo, eppure di quella con la quale il Redentore Stesso era asceso in cielo: Ovvero l’arca del testamento fu accompagnata dal re Davide e da tutta la casa d’Israele; il profeta Elia fu accompagnato da un gruppo di angeli (in forma di un cocchio di fuoco, come vogliono gli interpreti); il Redentore fu accompagnato da tutti gli angeli; mentre per accompagnare la Beatissima Vergine Maria (dice l’abbate Roberto) venne il Medesimo Re del Cielo con tutta la Sua corte celeste: San Bernardino da Siena, san Pier Damiani, e sant’Anselmo condividono questo sentimento – sant’Anselmo dicendo che il Redentore volle ascendere al cielo prima che vi pervenisse la Madre, non solo per apparecchiarle il trono in quella reggia, ma ancora per far più gloriosa la sua entrata nel paradiso, con accompagnarla Egli Stesso, unito a tutti gli spiriti beati.

L’abbate Guerico fa così parlare su ciò il Verbo Divino: ‘Io per dar gloria a mio Padre discesi dal cielo a terra; ma poi per rendere onore alla Madre mia, ascesi di nuovo in paradiso per poter poi venire ad incontrarla ed accompagnarla con la mia presenza al paradiso’. Per questo san Pier Damiani chiama l’Assunzione più gloriosa dell’Ascensione.

 Per avere un’intuizione sull’incontro tra il Signore e la Beatissima Vergine durante l’Assunzione ci possiamo volgere con sant’Alfonso al cantico dei cantici: questo libro della sacra Scrittura esprime la carità tra Cristo e la Sua Sposa immacolata la Chiesa, più particolarmente le anime perfette, ma soprattutto la Sua Vergine Madre, la stessa Immacolata.

Il passo seguente si presta in modo speciale all’assunzione: ‘Su, via, amica mia, colomba mia, bella mia, e vieni. L’inverno è passato e recesso.’ L’inverno si riferisce secondo questa interpretazione alle sofferenze della Beatissima Vergine sulla terra: alle sofferenze di colei che era e chè è la Regina dei martiri, e che ha sofferto più di tutti gli uomini insieme dall’inizio fino alla fine dei tempi. Sant’Alfonso commenta: ‘Su, Madre mia cara, mia bella e pura colomba, lascia questa valle di pianti, dove hai tanto sofferto per amor mio. Vieni coll’anima e col corpo a godere il premio della tua santa vita: se hai molto patito in terra, assai maggiore è la gloria che io ti ho preparata in cielo.’

Un altro passo citato da sant’Alfonso è il seguente: ‘Vieni da Libano, sponsa mia, vieni da Libano, vieni è sarai incoronata.’ Lui commenta: ‘Vieni… a sedere a me vicino, vieni a ricevere la corona che ti darò di Regina dell’Universo.’ Deo gratias.

 

La Gloria dell’Assunta, parte 1

‘Se mente umana, asserisce san Bernardo, ‘non può arrivare a capire la gloria immensa che Dio ha preparato in cielo a coloro che in terra L’hanno amato, come ci avvisò l’Apostolo, chi mai giungerà a comprendere quale goria abbia apparecchiata alla Sua diletta madre che L’ha partorito, che in terra L’ha amato più di tutti gli uomini; anzi, fin dal primo istante ch’ella fu creata, L’amava più di tutti gli uomini e di tutti gli angeli uniti insieme.’ Sant’Alfonso osserva: ‘Ha ragione dunque la santa Chiesa di cantare alla festa dell’Assunzione (avendo la Madonna amato Dio più di tutti gli angeli) che: ‘ella sia stata sopra tutti gli angeli sublimata in cielo.’

In verità la Santa Vergine si è esaltata sopra degli angeli in modo che (secondo l’abate Guglielmo) lei non vede sopra di se collocato altri che il suo Figlio, Che è l’Unigenito di Dio, o in modo che (secondo Giovanni Gersone) costituisce in cielo una gerarchia a parte, la più sublime di tutte, e la seconda dopo Dio. Sant’Antonio suggiunge che siccome senza paragone differisce la padrona dai servi, così senza paragone è maggiore la gloria di Maria di quella degli angeli. In fatti questa verità è gia espressa nella frase di salmo 44: ‘La regina sta alla sua destra’ che sant’Atanasio spiega dicendo: ‘Maria venne collocata alla destra di Dio.’

La posizione preminente della Santissima Vergine si capisce quando si considerano le sue opere. Se è certo che Dio rimunera secondo i meriti, siccome scrisse l’Apostolo: ‘Rende a ciascuno secondo le sue opere’ certamente, dice san Tommaso, la Vergine superò il merito di tutti gli uomini ed gli angeli, e dunque dovette esser innalzata sopra tutti gli ordini celesti. In somma soggiunge san Bernardo: ‘Si misuri la grazia singolare che ella acquistò in terra; e quindi si misuri la gloria singolare che ella ottenne in cielo.’

Secondo l’espressione di la Colombière, la gloria della Madonna fu una gloria piena, una gloria compiuta, a differenza di quella che hanno in cielo gli altri santi. Perché gli altri santi avrebbero potuto meritare una gloria più grande se avessero servito ed amato Iddio con maggior fedeltà, e benché non desiderino in cielo niente più di quel che godono, nulladimeno in fatti avrebbero di che desiderare. Mentre la Beatissima Vergine Maria desidera niente e niente ha ché desiderare. Non ha mai peccato, non ha mai perso, neanche offuscato, la divina grazia. ‘Non fece azione che non meritasse, non disse parola, non ebbe pensiero, non die respiro che non lo dirigesse alla maggior gloria di Dio; in somma, non mai si raffreddò o si fermò un momento di correre a Dio, niente mai perdeva per sua negligenza, cosicché sempre corrispose alla grazie con tutte le sue forze ed amò Dio quanto Lo poteva amare.

Sant’Alfonso osserva che ogni santo, corrispondendo alla grazia ricevuta, si è reso eccellente in qualche virtù: chi nell’apostolato, chi nella penitenza, chi nella sofferenza, chi nella contemplazione; che percio la Chiesa dice di ciascuno nel testo della santa Messa: ‘Nessuno si trovò che lo pareggiasse’ (non est inventus similis illi), ma ‘La Santissima Vergine, essendo stata ripiena di tutte le grazie, fu sublime più di ciascun santo in ogni sorta di virtù: fu apostola degli apostoli, regina dei martiri mentre pati piu di tutti, fu gonfaloniera delle vergini, l’esempio dei coniugati, unì in se una perfetta innocenza con una perfetta mortificazone; unì in somma nel suo cuore tutte le virtu piu eroiche che avesse mai praticate alcun santo. Per cui di lei fu detto: ‘Alla tua destra si sta la regina in manto d’oro, con ogni varietà d’ornamenti’ poichè, come dice un pio autore: ‘Tutte le grazie, i pregi, i meriti degli altri santi tutti si trovano congregati in Maria.’

 

La Gloria dell’Assunta, parte 2

In quest’ultima predica all’onore dell’Assunta ricordiamo la dottrina dell’Assunzione, sempre insegnata dalla santa Madre Chiesa, come fu definita dogmaticamente da papa Pio XII nell’anno 1950 con le parole seguenti: ‘Sull’autorita di Nostro Signore Gesu Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo e sulla nostra, proncunciamo, dichiariamo, e definiamo come dogma divinamente rivelato che l’Immacolata Madre di Dio, Maria sempre Vergine, quando il corso della sua vita terrena era compiuto, fu assunta corpo ed anima nella gloria del cielo.’

Ebbene, la gloria della Beatissima Vergine Maria è tale che ella viene paragonata col sole. San Basilio dice: ‘Siccome lo splendore del sole eccede lo splendore di tutte le stelle insieme unite, così la gloria della divina Madre supera quella di tutti i beati.’ San Pier Damiani aggiunge che: ‘Siccome la luce delle stelle e della luna scomparisce quasi queste più non vi siano al comparire del sole, così la Madonna oscura talmente nella gloria lo splendore degli uomini e degli angeli, che in cielo questi quasi non compariscono.’

Quindi asserisce san Bernardino da Siena con san Bernardo che i beati partecipano in parte della divina gloria, ma la Vergine in certo modo ne è stata talmente arricchita che, pur una creatura, non possa piu unirsi a Dio di quel che e unita Maria. San Bernardo asserisce: ‘Con ragione si presenta Maria ammentata di sole [nell’immagine dell’Apocalisse], lei che ha penetrato l’abisso della divina sapienza così che (quanto la condizione di creatura lo permette) appare come immersa nella luce inaccessibile.’ Sant’Alberto Magno dice inoltre che la nostra regina contempla Dio molto da vicino ed incomparabilmente piu che tutti gli altri spiriti celesti.

In fine, il sole che è la Beatissima Vergine Maria dà luce e gioia ai beati. San Bernardino scrive che siccome gli altri pianeti sono illuminati dal sole, così tutti i beati ricevono luce e gaudio maggiore dalla vista di Maria, e che la Madre di Dio, salendo al cielo, ha accresciuto il gaudio a tutti i suoi abitanti. San Pier Damiani dice che i beati non hanno maggior gloria in cielo, dopo Dio, che di godere la vista di questa bellissima regina, e san Bonaventura scrive: ‘Dopo Dio la maggiore nostra gloria ed il maggio nostro gaudio ci viene da le.’ Deo gratias!

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.