La Presentazione di Maria

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+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

Sant’Alfonso de Liguori, nel suo bel libro ‘Le Glorie di Maria’, racconta come un angelo avesse comunicato a santa Brigida che nessuna lingua basterebbe a spiegare quanto l’intelletto della Madonna giungesse a penetrare Dio nel primo istante che Lo conobbe. E sin d’allora Maria a quella prima luce da cui fu illuminata, tutta si offrì al suo Signore, dedicandosi interamente al Suo amore ed alla Sua gloria.

Ma sentendo che i Suoi santi genitori, Gioacchino ed Anna, avevano promesso a Dio, anche con voto (come dicono diversi autori), che se a loro avesse data prole, Gliela avrebbero consacrata a servirLo nel tempio, la Madonna, appena giunta l’età di tre anni (come attestano san Germano e sant’Epiphanio), volle offrirsi e consacrarsi a Dio in modo solenne, presentandosi nel Tempio.

Questo favore dunque chiese ai Suoi genitori, e quando lo avevano concesso, andò a Gerusalemme con pochi parenti (come asserisce san Gregorio di Nicomedia), ma con angeli a schiere, in accordo con la parola del Signore nel Cantico dei cantici: ‘Sorgi affrettati, o mia diletta, e vieni – Surge propera, amica mea, et veni, e con il versetto del salmo: ‘Ascolta figlia e vedi, ed inclina il tuo orecchio e scordati della tua patria e della casa del tuo padre – audi filia et vide et inclina aurem tuam et obliviscere populum tuum et domum patris tui.

Presentandosi allora nel tempio, si poteva finalmente offrirsi a Dio con effetto e pubblica solennità, come si era offerta a Dio dal primo momento della sua vita. Le parole del Cantico: A me il diletto mio ed io a Lui – Dilectus meus mihi et ego illi si realizzavano in Lei perfettamente: si offriva completamente a Dio: tutte le potenze, tutti i sensi, tutta la mente e tutto il cuore, tutta l’anima e tutto il corpo. Inoltre, secondo l’abbate Ruperto, era la prima a fare il voto della sua verginità a Dio.

Nel tempio poi, nelle parole di sant’Alfonso, cresceva ‘sempre nella perfezione come cresce nella sua luce l’aurora, e chi mai può spiegare quanto di giorno in giorno risplendevano in Lei sempre più belle le Sue virtù, la Carità, la modestia, l’umiltà, il silenzio, la mortificazione, la mansuetudine. Piantato nella casa di Dio questo bell’ulivo, scrive san Giovani Damasceno, inaffiato dallo Spirito Santo, divenne abitazione di tutte le virtù.

Nella sua umiltà non pensava mai di divenire Madre del Messia, e di divenirla proprio tramite le sue sempre più perfette virtù; ma piuttosto (secondo le Rivelazioni di santa Brigida) leggendo che Dio doveva nascere da una vergine, sommamente ella desiderava di trovarsi al tempo della venuta del Messia per poter fare la serva a quella felice vergine che meritava di esserGli la madre, benché non sene ritenesse degna.

E tutte queste sue perfezioni non acquistava senza lavoro, come rivelava alla santa benedettina Elisabetta con le parole seguenti: ‘Pensi tu ch’io abbia avuto la grazia e le virtù senza fatica? Sappi che io non ebbi grazia alcuna da Dio senza grande fatica, orazione continua, desiderio ardente, e molte lagrime e penitenze.’

Sant’Alfonso paragona la Sua vita nel tempio con quella di una tortorella, vivendo da sola in questo mondo come in un deserto, e gemendo per la campagna: Così la Madonna ‘sempre gemeva nel tempio, compatendo le miserie del mondo perduto, e cercando a Dio la comune redenzione, gemendo con le parole di Isaia: manda, o Signore, l’Agnello dominatore della terra – Emitte agnum, Domine, dominatorem terrae : Mandate, o cieli, di sopra la vostra rugiada, e le nubi piovino il giusto – Rorate Caeli desuper et nubes pluant Justum.

Come dunque la Madonna si è offerta presto ed interamente a Dio, così noi, per la Sua verginale intercessione ci vogliamo offrire a Dio senza dimora né riserva. Come Lei, vogliamo, per amore di Dio, lottare per perfezionarci in ogni virtù, sforzandoci soprattutto per combattere il nostro vizio dominante per fare piacere sempre di più a Dio, affinché alla fine dei nostri giorni siamo trovati degni di adorare con Lei in Cielo il frutto benedetto del Suo seno Gesù. Amen.