La lotta contro il peccato (2). Brani patristici

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.


Se diciamo che non abbiamo peccato, ci inganniamo, dice san Giovanni (Ep. 1.80). San Gregorio scrive: “Se sei esaltato per le tue conoscenze, richezze ecc., sai forse chi sei? Sei un peccatore. Sai cos’è il peccato? È ciò che è il più vile, il più misero, il male più grande del mondo, perché si oppone nella misura più alta al bene più grande. É proprio l’odio più grande di Dio, l’ingratitudine più grande, l’offesa più grande contro di Lui: è uccidere Cristo, è uccidere Dio, poiché se Dio potesse essere assassinato, l’arma sarebbe il peccato.’


La santa Chiesa di Dio chiama l’uomo nel tempo della vita terrena un viator, un viaggiatore, perché sta sulla via che lo conduce al Cielo. Ma questo viaggio non è solo un viaggio temporale, bensì in primo luogo un viaggio morale nel quale dobbiamo sempre avanzare nelle virtù.


Sant’Agostino scrive: Vedi che siamo viaggiatori. Cos’è dunque il viaggiare? In una parola è un progredire, affinché tu non lo disconosca e cammini troppo lentamente. Sii sempre scontento con ciò che sei, se vuoi arrivare a ciò che non sei ancora. Perché si rimane nello stesso posto dove si è contenti di essere. Se dici che basta così, sei perso. Sempre aggiungere, sempre viaggiare, sempre progredire. Mai soffermarti sulla via, mai tornare indietro. Si sofferma chi non va avanti; si torna in dietro chi torna al punto di partenza; chi apostata si svia dalla strada. Uno zoppo che cammina sulla strada è meglio di uno che corre velocemente, ma che si svia dalla strada.’


Piccoli peccati, se trascurati, divengono grandi sì come molte goccie riempiono un fiume e molti granelli fanno una massa. Qual è la differenza se una nave affonda sotto un’onda enorme o per mezzo di un’entrata graduale di aqua attraverso un buco trascurato? ‘Chi trascura le piccole cose, cade poco a poco’ (Ecclesiastico 19.1).


Dice san Gregorio: Se trascuriamo di curare piccola colpe, siamo insensibilmente portati a commetterne più grandi; e: Chi trascura di pentire e di evitare anche il minimo peccato, non cade subitaneamente dallo stato di grazie, ma poco a poco ne declina. Chi cade spesso in piccole cose deve considerare con serietà che talvolta pecchiamo più gravemente per una colpa piccola che non per una colpa più grande. Perché più è grand, più presto scopriamo che sia una colpa, ed in coseguenza più presto la correggiamo; mentre una piccola colpa si ritiene come un nonnulla, e per questo viene più fatalmente e più trascuratamente perpetuata. E spesso una mente abituata a colpe minori non teme colpe maggiori.


Dunque, prendiamo sul serio tutte le nostre mancanze e proviamo, coll’aiuto della Madonna Immacolata, a correggerne anche le più piccole, perché Dio ci ha comandato di essere prefetti. Amen.

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.