+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Quando le pie donne erano giunte al sepolcro, il sole era già alzato, il sole che alla morte del suo Creatore fu oscurato, ma che adesso alla Sua Resurrezione, si era alzato in perfetta armonia col suo Creatore: poiché allo stesso tempo del sole creato si alza il Sole Increato, il Sole di Giustizia, lo Splendore e la Gloria del Padre, la luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo.
E siccome tra le tenebre della notte e la luce del giorno il sole non era ancora visibile, ma nelle parole di san Girolamo “irradiava inanzi a se una rosea aurora”, così Nostro Signore Gesù Cristo non era ancora visibile, ma rivelava solo gradualmente la Sua resurrezione: il Suo più grande miracolo, il fondamento della nostra fede, il fondamento anche di tutta la nostra speranza nella futura gloria.
Questo miracolo si manifesta per primo nella pietra rimossa dal monumento, e poi nell’annuncio dell’angelo. Ma già l’apparenza dell’angelo anticipa il suo annuncio, in quanto (continuando il commentario patristico) lo splendore celeste della sua veste bianca proclama la gioia e la gloria pasquali – la gioia che il nemico è sconfitto, il Regno guadagnato, e che il Re della Pace che era cercato, ora è trovato e non si perderà mai più; mentre la sua giovinezza è segno del corpo risorto, ed il sepolcro vuoto segno della nostra futura resurrezione.
“Non abbiate paura” dice l’angelo, “Voi cercate Gesù Nazareno crocifisso: Egli è risuscitato”. Le pie donne non devono avere paura di vedere questo Suo compagno di Paradiso: piuttosto i figli di questo mondo devono intimorire alla rivelazione di misteri così sublimi. Ora il nome “Gesù Nazareno” è quello che stava sopra il Salvatore sulla croce, e l’angelo Lo chiama anche “il Crocifisso” – ma dopo la Resurrezione la croce non è più immagine di morte e di disgrazia bensì simbolo della vita e della gloria eterne.
“Ma andate” continua l’angelo, “dite a Suoi discepoli ed a Pietro: Egli vi procederà in Galilea…” San Pietro, che abbiamo ultimamente visto piangere la sua caduta, deve farsi coraggio tramite questo annuncio, ed assicurarsi che il Signore lo ami nonostante i suoi peccati.
Sì, carissimi fedeli, anche per noi è passata la notte del peccato, la notte quando abbiamo lasciato la compagnia del Signore per rinnegarLo e per tradirLo con i nostri peccati – “ed era notte” scrisse l’evangelista: questa notte è passata, perchè anche per noi il Signore è morto, ed anche per noi risorto dalla morte; e nel sacramento della Confessione ci perdona tutti i nostri peccati. Il giorno nasce ed Egli risorge nella gloria radiante della Sua Santità per non morire mai più: nostra luce, nostra vita, nostra gioia, e nostro unico premio in tutta l’eternità. Amen.