Il seminatore

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

‘Il seminatore uscì a seminare.’ Il seminatore, secondo i Santi Padri della Chiesa, è il Verbo uscito dalle profondità dell’Essenza Divina per manifestarSi al mondo: il Seminatore celeste che, dall’inizio della storia umana, non cessa di spargere il seme della salvezza tramite il ministero degli angeli agli patriarchi, il ministero di Mosè e dei profeti ai giudei, e in Propria Persona ai cristiani. E per questi ultimi Egli comincia con la parola e con l’esempio sulla terra, e continua dal Cielo, tramite la dottrina della Chiesa e le ispirazioni della Grazia. Ciò che semina, ossia il Suo seme, è Sè Stesso: il principio della vita spirituale quaggiù e la sostanza della vita eterna nel Cielo.

Ora una parte del seme cade sulla strada e viene divorato dagli uccelli: cioè una parte del seme viene tolta dal cuore degli uomini per mezzo del demonio. Questi cuori, in cui la parola non germoglia, sono i cuori dei figli del Mondo. Sono simbolizzati dalla strada arida ed indurita, calpestata dai piedi di tutti che passano: cioè da tutti gli errori e di tutti i vizi. I demòni dimorano in questi cuori, e mediante gli uccelli del cielo – i pensieri folli e la leggerezza incostante – divorano il seme e lo impediscono di germogliare.

Un’altra parte del seme cade in luogo sassoso. L’uomo raffigurato da questo luogo sassoso lo accoglie con gioia, ma non dà al seme una base abbastanza profonda per radicarsi. Quando viene la tribolazione e la persecuzione a causa della parola, la abbandona. Il luogo sassoso è il cuore pauroso. La parola lo tocca e lo conduce alla compunzione ed alla penitenza, ma gli manca la base della Fede e della Carità profonde, dove la parola si possa radicare. Quando il sole delle sofferenze e delle ostilità comincia a bruciarlo, cede alla paura ed abbandona tutti i suoi santi proponimenti.

Il seme seminato tra le spine, nella parola del Signore, ‘è colui che ascolta la parola, ma le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la parola, ed essa non dà frutto.’ Le preoccupazioni del mondo e l’inganno delle ricchezza soffocano la parola in quanto si presentano come degli assoluti. La preoccupazione del mondo si presenta come l’unico nostro compito su questa terra e la ricchezza come l’unico nostro bene. La ricchezza ci inganna , travestendosi come il bene assoluto e stabile che è la beatitudine celeste. Invece, nella parola di san Bernardo, i beni terreni ‘posseduti pesano, amati inquinano, e persi tormentano.’ Siccome la pecora perde sempre una parte del suo vello sugli arbusti vicini alla strada, così il cristiano perde sempre qualcosa delle sue ricchezze spirituali su i cardi dei possessi terreni.

‘Quello seminato nella terra buona’, conclude il Signore, ‘sono coloro che , dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro pazienza.’

Ora il seme è lo stesso per tutti: la dottrina della Santa Madre Chiesa e le ispirazioni della Grazia, ma guai a lui, dice Teofilo, che si rende un terreno sterile, sassoso, o spinoso; e beato lui, invece, che riceve il seme e lo porta a maturità: che resiste alle tentazioni del mondo, della carne , e del demonio; che non cede alla paura; che non si lascia superare dalle preoccupazioni o dalle concupiscenze; e che sopporta l’ardore del sole della tribolazioni e persecuzioni, e con un cuore buono e perfetto produce frutto in pazienza: ‘Fructum afferunt in patientia.’

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.