In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Il Concilio Ecumenico Vaticano Primo dichiara, dogmaticamente, che la Fede è
una virtù sovrannaturale per mezzo della quale, con l’aiuto e sotto l’ispirazione
della Divina Grazia, crediamo essere veri i Misteri rivelati da Dio. Questo non
per la intrinseca verità delle cose intelligibili alla luce naturale della ragione, ma
per l’autorità del Dio rivelante che non può né ingannarSi né ingannare.
Vediamo che il fondamento dell’atto della Fede non è né ragionamento, né
l’evidenza della verità che ci induca a credere, bensì la volontà.
San Tommaso D’Aquino descrive l’atto di Fede come un atto dell’intelletto che
consente alla Verità Divina tramite un ordine della volontà mossa da Dio,
mediante la Grazia, dove la volontà possiede la principalità e l’intelletto
aderisce alla verità perchè lo vuole “quia vult”.
La Fede anche se non è conseguenza di ragionamenti, non è per questo
irrazionale né un annullamento della ragione, bensì, ragionevole e san Paolo la
chiama “un ossequio ragionevole”. Si crede sull’autorità di Dio stesso,
sull’evidenza dei miracoli, e dell’espansione e della santità della Chiesa, e della
vita, la dottrina, e l’esempio di Nostro Signore Gesù Cristo +, per questo è
ragionevole.
La Fede libera, si può accettare o no. Se qualcuno vuole fare la volontà di Dio,
lui conoscerà la dottrina, dice il Signore, e Ludolfo il Certosino commenta: ” O
discorso pieno di consolazione! Venite dunque, ignoranti che non conoscete la
dottrina, per illuminarvi, Dio non chiede che una cosa la semplice disposizione
del cuore, se qualcuno volesse, conoscerà. Non dite “non so dove è la verità,
ed ignoro ciò che Dio chiede di me”, volete e basta! Volete, e conoscerete!”
basta dunque volere, basta volere per avere la Fede, basta volere anche per
divenire Santi.
E dove voglio mettere la mia fiducia se non in Dio? Se non nella Verità assoluta
da Dio rivelata?
Occorre però l’umiltà e l’ubbidienza, l’ubbidienza della Fede di cui parla San
Paolo e per questo i superbi e i disubbidienti non accetteranno la Fede, i farisei,
nel Vangelo di oggi, riconoscono che Nostro Signore Gesù Cristo + è verace, e
lo dicono, ma non lo accettano, vedono i Suoi miracoli, ma non credono, e gli
agnostici, gli atei, gli eretici che sanno ciò che è la Fede, e non sono
semplicemente ignoranti, confusi, e non la accettano, mancano le virtù
dell’umiltà e dell’ubbidienza, e come dice il Signore preferiscono le tenebre alla
luce, perché le loro opere sono cattive.
Ma la Fede non è solo una possibilità per tutti, bensì, anche un dovere;
un dovere per ogni uomo, perché Dio vuole che ogni uomo sia salvato e venga
alla conoscenza della verità, che è la Fede, così che chi non crede fallisce nel
suo dovere, anzi, come dice il Signore: chi non crederà sarà condannato, e in
un altro luogo: se non credete che Io Sono, morirete nel vostro peccato.
Sant’Agostino commenta: cosa bisogna credere? Bisogna credere che Gesù è
“quia ego Sum”, bisogna credere che Egli è Colui stesso che ha detto a Mosè:
“Ego Sum, Qui Sum”, bisogna confessare la Sua Divinità.
L’Atto di Fede è libero, dunque, e deve essere libero perché Dio vuole l’amore e
solo un atto libero può essere amore, difatti l’atto di Fede è proprio l’inizio
dell’amore verso Dio che illuminerà la Fede, illuminerà la mente con la verità
divina che ci permetterà, poi, di amare Dio pienamente e in tutte le cose.
L’Atto di Fede è un atto di amore, anzi un atto di sacrificio, un sacrificio di ciò
che è la facoltà, la più alta, la più nobile dell’uomo, cioè, l’intelligenza, è un
sacrificio dell’intelligenza a ciò che è ancora più alto e più nobile di essa, cioè la
Verità assoluta e definitiva che è Dio stesso.
Questo sacrificio conduce ad un secondo sacrificio, ossia della volontà al Bene
assoluto, definitivo che è Dio.
Così la Fede conduce alla Carità che è un sacrificio di tutto ciò che non è Dio,
per santificare l’uomo e per trasformarlo in Dio. Questo sacrificio
dell’intelligenza e della volontà non danneggiano l’anima, però, come il
sacrificio che fa colui che rifiuta la Fede, che piega l’anima su se stessa e la
degrada nel fine di compiere quell’atto che è il più misero di tutti gli atti che è
l’adorazione di se stesso, bensì il sacrificio che è l’atto di Fede porta l’anima
alla sua somma e nobilissima elevazione; la ragione e la volontà divengono
illuminate, la mente e il corpo intero divengono luce, con la luce che ci mostra
la strada verso il Cielo, per adorare lassù quella Verità e quella Bontà che è Dio
stesso, quella Luce che è la fonte e il Padre di tutte le luci per immergersi in
Lui, e contemplare per sempre poi gli splendori infiniti della Sua gloria.
Amen.
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Sia lodato Gesù Cristo +