Il prezzo da pagare

Nel suo libro ‘Il Prezzo da Pagare’, tradotto oramai in parecchie lingue, descrive un principe irakese della famiglia di Mohamed, un sogno fatto durante il servizio militare. Vede un uomo di insolita forza di attrazione e di bellezza, da lui sconosciuto, che dall’altra riva di un fiume gli dice: ‘Se vuoi attraversare questo fiume, devi mangiare del pane della Vita’. Racconta poi come scopre che questa figura è il Dio-Uomo Gesù Cristo, e come deve percorrere poi 13 anni prima di poter accostarsi al battesimo ed alla prima Comunione: un percorso che coinvolge la perdita della posizione sociale, le ricchezze, il potere, la riputazione, l’affetto dei famigliari, la casa, tutti i possessi, la patria; che coinvolge il rigetto da parte della gerarchia e dei fedeli cattolici di Irak, la persecuzione, la condanna a morte dall’ Ayatollah, ma anche dal proprio padre e dalla propria madre, la prigione, la tortura, l’arresto domiciliare, l’esilio, la persecuzione in Giordania, la perdita della salute fisica, la perdita della salute mentale della moglie, la paura costante di essere scoperti e traditi, il tentativo di assassinarlo da parte dei suoi fratelli e del suo zio.
Vediamo in questa narrazione come Nostro Signore, di Cui il nome sia benedetto per sempre, ha spogliato un uomo ricco, orgoglioso, e prepotente, membro tipico della società crudele e superficiale d’Islam, di tutto ciò che possedeva ed era, riducendolo allo stato di un cane, per riempirlo poi della propria vita divina, per santificarlo, e per renderlo testimone a Sé davanti al mondo intiero. ‘Ho sofferto’ scrive il principe, ‘e Dio lo sa quanto, ma sarei pronto a subire tutto di nuovo, fino al martirio.’
Talvolta mi dice qualcuno: ‘Vado alla santa Messa domenicale normalmente’ e rispondo : ‘Ma non sempre?’ e lui dice di no. ‘Come mai?’ ‘Non ho voglia.’ O talvolta, o forse anche spesso, qualcuno ammette di ricevere la santa Comunione nello stato di peccato mortale, anche senza farsene troppe domande. Forse siamo anche noi tra il loro numero, o forse siamo semplicemente indifferenti a tali peccati.
Carissimi fedeli: non penso che abbiamo ancora capito cosa o chi sia qua, cosa o chi riceviamo nella santa Comunione: che non sia pane, né pane benedetto; che non ci sia infatti niente di bianco, né di rotondo, né di sottile, né di leggero, ma che queste siano solo qualità senza sostanza. No, davvero non abbiamo capito che ci sia qualche cosa qua davanti a noi che è più grande e più bello di tutte le bellezze dell’Universo, ed infinitamente più sublime e glorioso di tutte le infinite costellazioni di tutte le stelle del cielo, in confronto al quale tutte le bellezze della natura e delle opere dell’uomo e di tutti gli uomini e di tutti i miriadi e miriadi degli angeli in tutta la loro gloria sono meno di una particella di polvere.
Davvero non abbiamo capito che ci sia qualcosa qua per cui dovremmo essere pronti a sacrificare tutti i nostri possessi, la nostra patria, l’affetto di tutta la famiglia e degli amici, la nostra salute, e tutto ciò che abbiamo e siamo; per cui dovremmo essere pronti a soffrire e morire: e questo è anche un bassissimo prezzo da pagare per ricevere nella nostra anima e nel nostro corpo la Seconda Persona della Santissima Trinità , il Verbo di Dio, riflesso purissimo della luce perenne di Dio, Iddio privo di sangue in istato di immolazione per amore di noi, in Cui, nella parola di san Tommaso d’Aquino, la dolcezza spirituale si gusta nella sua stessa sorgente: in Dio Stesso nella Sua infinita Bontà, nel Suo amore divino per me, nel Suo amore umano per me, nel Suo amore sacrificale e crocifisso per me.
Là, sull’altra riva del fiume, Egli, lo Stesso Verbo Incarnato, tramite Cui e per Cui è stato creato tutto ciò che è stato creato, mi aspetta e mi chiama a Sé. Mi chiama ad attraversare il fiume della vita umana che corre e corre, il fiume del tempo passeggero e finito di questo mondo, per entrare nel tempo stabile che è Lui. Mi chiama ad avvicinarmi a Lui dove sta sulla riva ulteriore nella stabilità dell’Eternità: per nutrirmi del pane della vita che è Lui, per avere la vita in Lui, per essere unito a Lui qua sulla terra e poi nel cielo per tutti i secoli dei secoli. Amen.