+ In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Oggi giorno che c’è una certa confusione sulla natura del Mondo, alcuni valutandolo come qualche cosa di positivo, ritengo opportuno di meditare sulla sua natura secondo il costante insegnamento della Santa Madre Chiesa, soprattutto sull’amore per il Mondo.
‘Vi sono alcuni che sanno le cose terrene, nelle parole di San Paolo oggi (cfr Filipp.3,17-21 e 4,1-3), che cercano i piaceri terreni e mondani che sono nemici della Croce di Cristo, di cui la fine sarà la perdizione’.
L’uomo è creato per amare l’Infinito che è Iddio. Se non ama Dio, cercherà di appagare il suo amore per l’Infinito con cose finite, così tormentando e sfigurando la sua anima. In altre parole ci sono solo due amori: l’amore per Dio e l’amore per il Mondo.
L’amore per il Mondo consiste nelle tre concupiscenze che, come ho detto alla Festa di Ognissanti, sono: la concupiscenza della propria eccellenza, cioè la superbia, la concupiscenza della carne, cioè per i piaceri carnali, e la concupiscenza degli occhi, cioè per i beni terreni. Il male dell’amore per il Mondo è che mette il mondo al posto di Dio: il suo male, in una parola, è l’idolatria. Per alcuni come Abshālōm (Assalonne) questo idolo è l’onore; per altri, secondo la parola odierna di San Paolo, è il ventre; per altri, come Giuda, sono i soldi; e così via.
Il principio di questi “figli del Mondo” viene espresso dal Profeta Isaia con la parola: “si mangia e si beva perché domani moriremo” (Is. 22,13). Questa prudenza, la prudenza del Mondo, è la prudenza della carne; e la sapienza del mondo è stoltezza davanti a Dio, dice san Paolo nella 1Corinzi 3,18.
L’amore per il Mondo fa perdere la grazia santificante e l’eterna beatitudine. Nostro Signore Gesù Cristo + il cui Nome sia sempre adorato, dice: “chi ama la sua vita la perde” (Gv.12,24-26) e “guai a voi che ora siete sazi perché avrete fame; guai a voi che ora ridete perché sarete afflitti e piangerete” (Lc.6, 24-26).
Come spiega il prelato Spirago nel suo ammirevole Catechismo di cui prendo la sostanza di questa Omelia: come la nave attaccata alla terra con la sua ancora non può partire dal porto, così l’uomo che ama il Mondo non può raggiungere il porto della beatitudine. L’amore per il Mondo acceca lo spirito dell’uomo e lo allontana sempre di più da Dio. E siccome i raggi del sole non possono penetrare, né attraversare, l’acqua sporca, così lo Spirito Santo non può illuminare l’anima del figlio del Mondo.
San Paolo scrive di nuovo: ‘l’uomo sensuale non comprende le cose dello Spirito di Dio, esse sono follia per lui e non è capace di intenderle perché se ne può aggiudicare solo per mezzo dello Spirito’ (1Cor. 2,14). Per questi uomini la preoccupazione del Mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la Parola di Dio come le spine soffocano il seme crescente, nella parabola del Signore (Mt 13, 3-23).
Loro sono quelli invitati alla Cena Celeste che si assentono a causa di un campo, un paio di buoi, o una donna (Lc. 14, 16-24). L’amore per il Mondo turba l’anima: coloro che seguono le loro concupiscenze sono come coloro che non possono dormire la notte cambiando sempre posizione nel letto; mentre coloro che seguono il Signore possiedono la pace vera e stabile: ‘Vi lascio la pace – dice il Signore – vi do la mia pace, non come la da il mondo io la do a voi’ (Gv. 14, 27).
Il figlio del Mondo non può amare allo stesso tempo il Mondo e Dio, non può servire Dio e a Mammona (Lc.16,13): anzi, egli è pieno di odio verso Dio, verso la Santa Madre Chiesa, e i suoi servitori. Dice San Giacomo: ‘Gente infedele, non sapete che amare il mondo è odiare Dio?’ (Gc.4,4).
Finalmente, carissimi amici, i figli del Mondo hanno una grande paura della morte e muoiono spesso in grande turbamento di spirito, in disperazione o sofferenza, come pesci che sentono il dolore dell’amo, soprattutto quando vengono tirati fuori dall’acqua: Perché alla morte i loro idoli vengono spaccati ed il loro amore per questi cessa, lasciandoli ignudi e privi di tutto.
L’amore per il Mondo è insito nel cuore dell’uomo e abita in tutti gli uomini ad un grado maggiore o minore, anche in coloro che cercano la santità, che è la perfezione della Carità, perché, come ho detto alla Festa di Ognissanti: l’amore per il Mondo, le tre concupiscenze, sono i tre ostacoli alla Carità.
Bisogna dare, dunque, il nostro amore non al Mondo bensì a Dio, e non essere mai nemici della Croce di Cristo ma piuttosto prendere ogni giorno la nostra croce per amore di Lui. Bisogna portare questa croce per amore di Lui; bisogna pensare non alle cose della terra che prima o poi finiranno, ma alle cose di lassù che sono eterne, come spiega San Paolo: Col. 3,2 / Filipp. 3,19; bisogna cercare non ciò che è incostante, ma ciò che è stabile, non ciò che passa ma ciò che è eterno, non l’amico che ci lascerà alla morte ma Colui Che ci rimarrà fedele alla morte e dopo questo passaggio perché siamo stati fedeli a Lui, Che è Dio sopra ogni cosa benedetto.
Amen.
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Sia lodato Gesù Cristo +