Come prepararsi alla S. Comunione

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+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

Con la Santa Comunione il nostro Signore Gesù Cristo lascia il trono del Suo Paradiso celeste e entra sotto il tetto della mia anima. Entra nella mia casa come è entrato nella casa di Zaccheo, dicendo: ‘Zaccheo, oggi devo fermarMi a casa tua.’

Cosa significa ciò? Significa che Gesù Cristo: Corpo, Sangue, Anima, e Divinità entra nella mia anima, nel mio corpo, e nel mio cuore, così realmente come entrò nella casa di Zaccheo 2000 anni fa. E questo significa che devo preparare la mia casa per Lui. E come la preparo? la preparo in due modi: purificandola, e sgombrandola da tutto ciò che mi possa distrarre da Lui.

Purifico l’anima confessandomi e coltivando tutte le virtù, perché il peccato contamina l’anima, mentre la confessione e la pratica delle virtù la purificano. Se sono nello stato di peccato mortale, non devo mai osare ad accedere alla Santa Comunione, non essendo degno di ricevere nella mia anima il Sommo Bene.

Se invece ricevo la Santa Comunione in questo stato, commetto un ulteriore peccato mortale: quello del sacrilegio. Ma anche se la mia anima non è completamente ottenebrata dal peccato mortale, ma solo contaminata dal peccato veniale, è opportuno purificarla regolarmente nel sacrameno della Penitenza, per renderla più degna di ricevere il Signore: più pura è l’anima, più degna sarà di riceverLo.

Ma anche devo sgombrare la mia anima da tutto ciò che non è necessario e questo vuol dire: dalle distrazioni.

Per sgomberare l’anima, occorre un lavoro anteriore di distacco e di raccoglimento. Occorre un lavoro di distacco dal mondo, dalla concupiscenza degli occhi – rispetto alla televisione, ai giornali, alle cose che si vedono per strada, alle persone che passano; ma più generalmente un distacco dalla concupiscenza di tutti i sensi, nonché dall’ immaginazione stessa. La conseguenza ne sarà che nella preghiera sarà meno distratta da diverse immagini e da diversi pensieri inutili, e dunque più pura e più fruttuosa.

Il lavoro che segue quello del distacco è quello del raccoglimento. San Pier Giuliano Eymard nel suo libro intitolato ‘La Santa Comunione’ scrive: ‘ Le persone devote, ma che non sanno raccogliersi, non gusteranno mai vere gioie spirituali, essendo la leggerezza di mente grande ostacolo al regno di Dio in un’anima. Se volete gustare Dio e godere della Sua Presenza, dovete raccogliervi e meditare’.

Il raccoglimento significa raccogliere le facoltà dell’anima in Dio: nascondersi in Dio, vivere in Dio, indirizzare la mente sempre a Dio. Quando questo diviene un’ abitudine ci aiuterà assai per meditare e per adorare Dio: dopo la santa Comunione, davanti al Santissimo Sacramento esposto, a casa, e sempre.