La necessità della Fede

 

Il Concilio Vaticano Primo, citando la lettera agli Ebrei XI 6 , dichiara: “Senza la fede (…) è impossibile
essere graditi a Dio.” Qui la Chiesa dichiara la necessità della fede per la salvezza.
La Chiesa esprime la stessa dottrina quando dichiara la necessità del battesimo per la salvezza (a causa della relazione intima tra la fede e il battesimo). La Chiesa dichiara questa necessità per esempio nel Concilio di Trento con le parole: “Il sacramento del battesimo …è sacramento della Fede, senza cui nessuno raggiunge mai la giustificazione.” Questo insegnamento della Chiesa sulla necessità della Fede e del battesimo per la salvezza viene espresso chiaramente alla fine del Vangelo di San Marco: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.”
La Chiesa esprime lo stesso insegnamento anche in termini dell’appartenenza alla Chiesa, perché essere fedele battezzato è essere membro della Chiesa. Nel Concilio Laterano Quarto la Chiesa dichiara nell’anno 1215: “Fuori della Chiesa nessuno affatto viene salvato”, e il beato Pio IX afferma nella sua Enciclica Singulari Quadam: “Sulla base della Fede è sicuro che nessuno possa raggiungere la salvezza fuori della Chiesa Romana Apostolica. Questo è l’unica arca di salvezza. Chiunque non entra qui perirà nell’ inondazione.”
Senza la Fede, senza il battesimo, fuori della Chiesa, non c’è salvezza: Extra Ecclesiam non est salus. Questo è dogma cattolico. Ma perché? Perché la fede è essenziale per la nostra salvezza? Abbiamo dato la risposta a questa domanda all’inizio delle nostre deliberazioni sulla Fede. Il nostro fine ultimo è soprannaturale: questo esige un mezzo soprannaturale per raggiungerlo: cioè la Fede.
Possiamo illustrare questa verità con l’immagine di un viaggio. Ora, quando facciamo un viaggio, dobbiamo sapere dove e come ci andiamo: dobbiamo conoscere la meta, e la via che ci porta a questa meta. Ebbene la vita è un viaggio, la meta è Iddio: La Santissima Trinità. La via che conduce a questa meta è Nostro Signore Gesù Cristo, Che prima di morire disse solennemente a noi: “Io sono la via… Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giov.14.6). Concludiamo che per arrivare alla meta del viaggio che è la nostra vita, dobbiamo conoscere i misteri della Santissima Trinità, e i misteri di Gesù Cristo cioè della sua Incarnazione e Redenzione. La nostra Fede comprende esplicitamente questi misteri (per così dire come il suo nucleo essenziale) ma anche implicitamente tutto ciò che Iddio ci ha rivelato e la Chiesa ci ha proposto di credere.
Dobbiamo concludere altresì che tutti che non credono saranno dannati? Per rispondere a questa domanda, bisogna considerare il versetto seguente della prima lettera a Timoteo (2, 4): “ Dio (…) vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità.” Ora poiché Iddio è onnipotente, possiamo dedurre da questa frase che è possibile per ognuno di essere salvato. Comunque, abbiamo visto che questo è possibile solo mediante la Fede, perché San Paolo scrive nella lettera agli Ebrei: “Senza la fede (…) è impossibile essere graditi a Dio.” La stessa dottrina viene espressa nella sua lettera a Timoteo col suo riferimento alla conoscenza della verità – cioè la verità soprannaturale: la Fede. E infatti San Paolo procede dopo questa frase parlando di Cristo Gesù come “unico mediatore fra Dio e gli uomini” e sulla Redenzione.
Ognuno può essere salvato dunque, ma solo tramite la Fede. Non è sufficiente vivere secondo la coscienza, e / o riconoscere l’esistenza di un Dio Creatore (soltanto), e / o seguire qualsiasi religione. Solo la Fede salva, ma tutti possono accedere alla Fede ed accettarla (se vogliono).

Ma quale è la situazione per coloro che vivono nell’ ‘ignoranza invincibile’, per esempio al di fuori della civiltà cristiana? Il beato Pio IX dichiara nella sua enciclica sopra citata: “Si può supporre con certezza che coloro che soffrono dell’ignoranza della vera religione, se questa ignoranza è invincibile, non sono colpevoli agli occhi del Signore.” Ma come possono queste persone accedere alla Fede? San Tommaso d’Aquino pronuncia il principio seguente: Se qualcuno fa ciò che rientra nelle proprie possibilità, Iddio non mancherà di concedergli ciò che gli è necessario. Ciò significa che se una persona vive nell’ignoranza invincibile e conduce una vita buona, accederà alla Fede. San Tommaso suggerisce che questo può capitare o tramite un’ispirazione interiore o tramite un predicatore umano o angelico.
Partendo dal fatto che la Fede è l’unico mezzo per raggiungere la salvezza, possiamo comprendere l’importanza dell’evangelizzazione. Iddio ci dà come comandamento di amare Lui e il nostro prossimo: amiamo il nostro prossimo soprattutto cercando il suo bene eterno: la sua salvezza – con la preghiera, con l’esempio, e con la predica. Abbiamo visto che il vangelo di San Marco termina con il comandamento agli apostoli di andare in tutto il mondo a predicare ed a battezzare; il Vangeli di San Matteo e di San Luca terminano in modo simile. Questo comandamento viene come conclusione logica dei vangeli, il veicolo per mezzo del quale i frutti dei vangeli, i frutti della vita, passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo possono essere diffusi nel mondo intero e essere goduti da tutti gli uomini. Questo è lo scopo del catechismo; questo è lo scopo dell’attività missionaria della Chiesa da duemila anni.
Questo scopo si esprime nella parola “cattolico” stessa che deriva dalla parola greca per intero, che significa, tra l’altro, la missione della Chiesa di diffondersi nel mondo intero. Questo scopo, finalmente, si esprime ugualmente nella parola ‘ecumenismo’ che deriva dalla parola greca per mondo – perché l’ecumenismo non ha altro scopo compatibile con la Fede che portare tutto il mondo “alla conoscenza della verità” – la verità soprannaturale, la Fede; e alla Chiesa Cattolica.
E la Chiesa è l’unica arca di salvezza che può portarci attraverso il mare turbolente di questo mondo, guidata dalla Stella Maris che è Maria, alla patria nell’aldilà: la Santissima Trinità,

a Cui ogni lode, onore, e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Fede come luce e conoscenza

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

La Colletta di questa santa Messa parla del Lume di Verità e ci dà l’occasione
per meditare sulla Fede come Luce, come conoscenza, in questo ciclo di
prediche sulla Fede.

Il fine ultimo dell’uomo è di unirsi con Dio nel Cielo, nella visione beatifica per
la gloria di Dio e la beatitudine eterna dell’uomo. Sappiate però che l’uomo è
un essere naturale appartenendo alla natura, alla creazione, mentre Dio è
soprannaturale, nel senso di essere al di sopra della natura e di tutta la
creazione; soprannaturale è assolutamente trascendentale.

L’uomo è naturale, Dio è soprannaturale, senza un aiuto speciale di Dio,
dunque, l’uomo non potrebbe mai unirsi con Lui, tentare di unirsi con Dio con
le proprie forze puramente naturali, sarebbe come tentare di costruire una
torre di Babele con l’idea di salire su di essa per incontrarLo al di là delle
nuvole. Comunque, se le nostre forze naturali non possono condurci al nostro
fine ultimo possono già prepararci, perchè per mezzo delle forze naturali
dell’uomo, più precisamente della sua intelligenza, e della sua volontà, le due
facoltà principali dell’anima, l’uomo può in maniera naturale conoscere ed
amare Dio.

Per mezzo della sua intelligenza, cioè tramite la luce della ragione, può
conoscere Dio, può dimostrare di fatti, secondo la parola di san Pio X nel
Giuramento Antimodernista, con certezza che Dio esiste, che Dio è l’inizio e il
fine di tutte le cose, l’inizio nel senso che è il Creatore, il fine nel senso che è il
Giudice e il fine ultimo dell’uomo, l’inizio e il fine, Alfa ed Omega, è poichè
l’uomo può conoscere Dio come tale, può anche amarLo come tale, cioè come
Creatore e fine ultimo e come Colui in cui esiste tutto ciò che è di vero, di
buono e di bello.

Ma per conoscere Dio come E’ di per se stesso, per amare Dio come E’ di per
se stesso nella Sua intima natura, per elevare l’intelligenza umana e la volontà
umana ad un livello soprannaturale bisogna avere un aiuto speciale di Dio, cioè
la Grazia.
La Grazia è soprannaturale, è al di sopra della natura, un dono gratuito di Dio
dato nei Sacramenti, principalmente nel Battesimo, restituito nella
Confessione, aumentato negli altri Sacramenti come la Santa Comunione. E’
una qualità dell’anima che permette all’intelligenza di conoscere Dio in modo
soprannaturale, cioè alla luce della fede e permette alla volontà di amare Dio, il
prossimo in Dio in modo soprannaturale, cioè con la Carità.

Vediamo che ci sono due ordini di conoscenza, due luci: la luce della ragione e
la luce della fede; la luce della ragione che è una luce naturale e la luce della
fede che è una luce sovrannaturale.

Vediamo anche che ci sono due oggetti di conoscenza: l’oggetto della ragione
che consiste nelle conclusioni a cui ci può condurre il ragionamento, e l’oggetto
della fede che consiste dei misteri in Dio nascosti, nelle parole del Concilio
Vaticano Primo “che non possono essere noti se non divinamente rivelati”.
La ragione e la fede sono compatibili, il Vaticano Primo, nella Costituizione Dei
Filius dice: “benchè la fede sia sopra la ragione, non è in nessun senso
contrario ad essa, e non può darsi mai qualsiasi reale disaccordo tra la fede e
la ragione, poiché il Dio che rivela i misteri della fede e la infonde in noi è lo
stesso che ha infuso il lume della ragione nell’animo umano; Dio non può
quindi negare se stesso, né la verità contraddire la verità”.

Dunque, la ragione e la fede sono due tipi di luce, il primo naturale, il secondo
sovrannaturale, esse ci prestano aiuto per attraversare, per così dire, la notte
scura di questo mondo, non sono incompatibili, sono solo diverse, e i loro
oggetti sono anche diversi sono due tipi di verità: il primo naturale, il secondo
sovrannaturale, anche loro non sono incompatibili, ma sono diverse, perchè
questi due tipi di verità appartengono alla stessa realtà, all’una, unica realtà
costituendone due dimensioni diverse.

Diamo l’esempio di un cammino attraverso un bosco durante la notte:
la luna ci mostra il bosco e la torcia ci mostra il cammino dentro al bosco, due
luci compatibili ma diverse che ci mostrano entrambe una unica realtà.

La fede non è un insieme di credenze come nelle altre religioni, non è
un’esperienza o sentimento che viene da dentro dell’uomo, come pretendono i
modernisti, ma è una Luce, una conoscenza data da Dio.
L’Oggetto della fede non è una fabbricazione dell’uomo o del Demonio, come
nell’Induismo per esempio; non è una fabbricazione mescolata con la Verità,
come l’Islam per esempio; non è una verità parziale come il giudaismo o il
protestantesimo, ma è la Verità tutta intera che, nell’analisi finale, è Dio
stesso.

La luce della fede ci rivela il suo Oggetto in modo oscuro in questo mondo, ma
nell’altro mondo questa luce di fede si trasformerà nella luce della gloria che ci
rivelerà il suo Oggetto chiaramente, dentro dei limiti del Soggetto finito che
siamo: “adesso vediamo come nello specchio e ora faccia a faccia” (1Cor.
13,12), “Dio come è” sicut est, la visione per la quale siamo stati creati, per la
quale siamo stati elargiti dell’anima della conoscenza e della fede.

Proviamo a santificarci, dunque, in questa notte scura della vita terrena, per
l’intercessione della Santissima Vergine Maria, Sede Sapientiae, Mater Boni
Consilii, per godere pienamente e perfettamente della luce Divina in cielo, alla
Gloria del Santissimo Nome di Dio.
Amen.
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

UNICITÀ DELLA FEDE

+ In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Il Santo Padre ha dichiarato l’anno cominciato giovedì scorso “Anno della Fede”. In vista dell’ignoranza e confusione quasi generali in materia di fede bisogna ammettere che questa è un’iniziativa ben lodevole.

Tornando al brano di San Paolo agli Efesini (5, 15-21) “ un solo Signore, una sola fede…” vogliono meditare brevemente sull’unicità della Fede. C’è una tendenza oggi di mettere la Fede cattolica sullo stesso livello delle altre “fedi” o “religioni”. Dietro a questa tendenza si può nascondere l’idea che tutte le fedi o religioni siano vere in un modo o in un altro.

Bisogna rispondere che c’è un’unica realtà e che ogni fede o religione ne presenta una visione diversa ed esclusiva. Così che l’aderente convinto di qualsiasi fede o religione pretende che la sua visione sia giusta e le visioni degli aderenti delle altre sia
falsa: pretende, in una parola, che la sua fede o religione sia l’unica fede o religione.

La Santa Chiesa Romana Cattolica può andare ancora più lontano e dire non solo che la sua è la vera fede e religione, bensì l’unica fede e religione in assoluto. Perché la Chiesa insegna infallibilmente che la Fede è un tipo di conoscenza, ossia conoscenza della realtà, cioè di Dio; e come c’è solo una realtà e un solo Dio, non ci può essere più di una conoscenza di questa unica realtà, cioè di questo unico Dio. La Chiesa ci insegna inoltre che solo la Fede cattolica (insieme al battesimo) ci unisce a questo Dio, e che dunque la Fede cattolica è anche l’unica religione, poiché “religione” non significa altro che il sistema spirituale che lega l’uomo a Dio.

A questo punto qualcuno potrebbe dire che non sappiamo se la nostra fede sia vera, e dunque non siamo giustificati a imporla agli altri. Come sappiamo che la nostra religione è vero? Non possiamo dimostrarla. Ma questo non è un difetto della nostra religione, ma piuttosto conseguenza del fatto che consiste di verità sovrannaturali e di misteri che trascendono la ragione. La crediamo non perché la possiamo dimostrare, ma piuttosto sulla base della sua credibilità che è l’autorità di Dio stesso, e non c’è autorità più grande, né fondamento del credere più solido o più sicuro. In altre parole facciamo un atto di fiducia in Dio per credere: ciò che si chiama il “salto della fede”.

Ciò che ci aiuta in questo “salto della fede” e tutto ciò che sappiamo della rivelazione cristiana: le profezie, la vita e la morte di Nostro Signore Gesù Cristo +, e i miracoli che ha operato, assieme alla propagazione miracolosa della Chiesa. Un esempio di
questo salto della fede lo abbiamo visto nel Vangelo di oggi quando, tutti gli abitanti della casa, hanno creduto a Nostro Signore Gesù Cristo + alla vista del miracolo di guarigione operata da Lui.

C’è un altra ragione per cui sappiamo che la nostra religione è vera e questo è che, come abbiamo già detto, è un tipo di conoscenza. Se i rappresentanti di altre religioni fossero presenti oggi e un ebreo dicesse: questa è una sinagoga – un musulmano
dicesse: – questa è una moschea – un buddista dicesse: – questo è un tempio – e finalmente uno di noi dicesse: – questa è una chiesa – e poi un critico ci chiedesse: – come sapete questo? – noi risponderemmo che “è così!”, “è evidente!”.

Così è anche nel caso della nostra fede: le verità della nostra fede sono evidenti, appunto, perché la fede è conoscenza. Anzi la Chiesa insegna che il tipo di conoscenza che è la fede è molto più sicuro e certo della evidenza dei sensi stessi. La ragione ne è che Dio stesso è l’oggetto della fede, così che chi crede viene in contatto con la Verità Stessa e dunque non ne può dubitare.

Forse il nostro critico farà un altra obiezione dicendo: “anche se la fede cattolica è vera, non la si deve imporre agli altri: si deve rispettare la libertà dell’altro che deve scegliere la religione che gli sembra giusta”. Rispondiamo che la libertà non è affatto un bene assoluto, piuttosto è un bene in quanto ci permette di scegliere il Vero e il Bene. Noi che siamo in possesso del Vero e del Bene dobbiamo renderli accessibili agli altri ed aiutarli ad accettarli. Questa è l’autentica base dell’evangelizzazione e di tutta l’attività missionaria della santa Madre Chiesa.

Dunque, se qualcuno di noi viene tentato di pensare che tutte le religioni possono essere vere in un senso o in un altro, o di esitare sulla verità della nostra fede, o sull’evangelizzazione, l’ora è suonata e il dubbioso è chiamato a rinforzare la sua fede vivendola in modo più coerente, partecipando alla Santa Messa con più fervore, e pregando con maggior assiduità: Perché la fede è davvero un estimabile tesoro che bisogna condividere con tutti: ci da la conoscenza di Dio stesso; ci unisce a Lui già in questa vita; ci conduce al Cielo dove possiamo poi adorare per sempre Lui per cui siamo stati creati: la Verità assoluta e la somma di ogni perfezione.

 

Fede e credibilità

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Carissimi fedeli, oggi continuo il ciclo di Prediche sulla Fede, interrotta dalle feste
recenti.

Questa settimana abbiamo celebrato la Festa di san Pietro e di san Paolo; in questa
Festa viene raccontata la “Confessione” di san Pietro al Signore: “Tu sei il Cristo + il
Figlio del Dio vivente”, a cui il Signore rispose: “Beato te, Simone, figlio di Giona,
perchè ne la carne ne il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”.
Queste parole, ora, ci danno l’occasione per esaminare i motivi della fede, ossia, la sua
credibilità.

Cominciamo con la definizione del Primo Concilio Vaticano: “La fede è una virtù
sovrannaturale, per mezzo della quale, tramite l’ispirazione e l’aiuto della grazia di
Dio, crediamo che ciò che Dio ci ha rivelato è vero, non perchè nella luce della ragione
percepiamo la sua Verità intrinseca ma per l’autorità del Dio rivelante, che non può
ingannare, nè essere ingannato”.

Vediamo qui che il fondamento della fede non è la ragione ma l’Autorità di Dio, in
questo ci distinguiamo dai così detti “razionalisti”, che pretendono che la sola ragione
sia affidabile, che la sola ragione sia la facoltà per raggiungere la Verità assoluta, che
non ci sia un’altra specie di evidenza, che non ci sia una Luce superiore, e che non ci
sia altra Verità superiore a quella che raggiunga la ragione; mentre noi professiamo
che c’è un’altra specie di evidenza, cioè l’Autorità di Dio, che c’è una Luce superiore,
cioè la Luce della Fede, e che c’è una Verità superiore, cioè la Verità della Fede.

Come danno i razionalisti una tale importanza alla ragione? forse perchè ritengono che
la ragione ci possa dare una certezza assoluta delle cose e vogliono avere una certezza
di questo grado su la Verità assoluta, ma quando riflettiamo un attimo, vediamo che la
ragione purtroppo non può darci la certezza assoluta di molte cose, non sappiamo con
certezza assoluta quasi nulla nella nostra vita, non sappiamo con certezza assoluta che
i nostri genitori siano davvero i nostri genitori, che i nostri amici non siano in verità i
nostri nemici, se la ragione non può darci la certezza assoluta di tante cose nella
nostra vita, come dovrebbe darci una tale conoscenza della Verità assoluta?

Possiamo concludere che la ragione non è un fondamento molto sicuro quando si tratta
della Verità assoluta, abbiamo bisogno di un’altra forma di certezza che i razionalisti
non apprezzano, forse perchè non è scientifica neppure intrinseca alla mente come la
certezza della ragione.

Questa è la certezza della credibilità, la specie di certezza normale nella nostra vita,
una certezza che si basa sulla parola di un altro, sull’autorità di un altro, la certezza,
per esempio, che i nostri genitori sono davvero i nostri genitori, e che i nostri amici
sono i nostri amici, la Fede è un esempio di questa specie di certezza, la certezza di
credibilità e si basa sulla Parola di un Altro, sull’Autorità di un Altro che, in questo
caso, è nessun’altro che Dio stesso, e non c’è un’autorità più grande, nè un
fondamento del credere più solido, ne più sicuro.

Qualcuno potrebbe obiettare, chiedendo: come sappiamo che il contenuto della Fede
provenga davvero da Dio e che la Bibbia e l’insegnamento della Chiesa non siano
soltanto delle fabbricazioni dell’uomo? l’evidenza sta nei miracoli e profezie e la
Chiesa stessa.

Nostro Signore Gesù Cristo + confermava le Sue parole con segni e miracoli e i Suoi
Santi hanno fatto lo stesso, la conversione di quasi tutto quanto il mondo dal
paganesimo a Cristo e la santificazione di tante anime, malgrado la natura caduta,
malgrado tutte le persecuzioni e gli ostacoli, e per mezzo di Predicatori umili e
semplici è un miracolo che attesta la Verità di questa predicazione, come anche la
propagazione della Chiesa, la sua santità, la sua inesauribile fecondità per ogni bene, la
sua unità e stabilità, invincibili.

Si può aggiungere che l’altra evidenza della Verità della nostra fede sta nella sua
profondità, la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, predica “Dio Amore” che si da
fino alla morte di Croce per noi, la Chiesa Cattolica ci da la spiegazione più profonda
della vita umana e di ciò che c’è di più profondo in essa, cioè, la sofferenza e l’amore.
Nessun altra cosiddetta “fede” o religione è paragonabile con il Cattolicesimo in questi
riguardi, e nessun altra proclama nessuna verità che non sia già contenuta nel
Cattolicesimo.
Possiamo dunque concludere che la Fede è una forma di certezza, la certezza della
credibilità ed in questo senso è inoltre ragionevole, anche se non dipende dalla sola
ragione, ma proprio per questo motivo la Fede esige l’umiltà, il sacrificio, il sacrificio
del desiderio di conoscere tutto con le proprie forze, con la certezza scientifica ed
intrinseca della ragione, come i razionalisti.

Siamo dunque umili e accettiamo la Fede e tutto ciò che contiene, come siamo anche
“obbligati” perchè, come dice il Signore: “beati quelli che pur non avendo visto
crederanno”.

In nomime Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Sia lodato Gesù Cristo +

Fede e volontà

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Il Concilio Ecumenico Vaticano Primo dichiara, dogmaticamente, che la Fede è
una virtù sovrannaturale per mezzo della quale, con l’aiuto e sotto l’ispirazione
della Divina Grazia, crediamo essere veri i Misteri rivelati da Dio. Questo non
per la intrinseca verità delle cose intelligibili alla luce naturale della ragione, ma
per l’autorità del Dio rivelante che non può né ingannarSi né ingannare.

Vediamo che il fondamento dell’atto della Fede non è né ragionamento, né
l’evidenza della verità che ci induca a credere, bensì la volontà.
San Tommaso D’Aquino descrive l’atto di Fede come un atto dell’intelletto che
consente alla Verità Divina tramite un ordine della volontà mossa da Dio,
mediante la Grazia, dove la volontà possiede la principalità e l’intelletto
aderisce alla verità perchè lo vuole “quia vult”.

La Fede anche se non è conseguenza di ragionamenti, non è per questo
irrazionale né un annullamento della ragione, bensì, ragionevole e san Paolo la
chiama “un ossequio ragionevole”. Si crede sull’autorità di Dio stesso,
sull’evidenza dei miracoli, e dell’espansione e della santità della Chiesa, e della
vita, la dottrina, e l’esempio di Nostro Signore Gesù Cristo +, per questo è
ragionevole.

La Fede libera, si può accettare o no. Se qualcuno vuole fare la volontà di Dio,
lui conoscerà la dottrina, dice il Signore, e Ludolfo il Certosino commenta: ” O
discorso pieno di consolazione! Venite dunque, ignoranti che non conoscete la
dottrina, per illuminarvi, Dio non chiede che una cosa la semplice disposizione
del cuore, se qualcuno volesse, conoscerà. Non dite “non so dove è la verità,
ed ignoro ciò che Dio chiede di me”, volete e basta! Volete, e conoscerete!”
basta dunque volere, basta volere per avere la Fede, basta volere anche per
divenire Santi.

E dove voglio mettere la mia fiducia se non in Dio? Se non nella Verità assoluta
da Dio rivelata?

Occorre però l’umiltà e l’ubbidienza, l’ubbidienza della Fede di cui parla San
Paolo e per questo i superbi e i disubbidienti non accetteranno la Fede, i farisei,
nel Vangelo di oggi, riconoscono che Nostro Signore Gesù Cristo + è verace, e
lo dicono, ma non lo accettano, vedono i Suoi miracoli, ma non credono, e gli
agnostici, gli atei, gli eretici che sanno ciò che è la Fede, e non sono
semplicemente ignoranti, confusi, e non la accettano, mancano le virtù
dell’umiltà e dell’ubbidienza, e come dice il Signore preferiscono le tenebre alla
luce, perché le loro opere sono cattive.

Ma la Fede non è solo una possibilità per tutti, bensì, anche un dovere;
un dovere per ogni uomo, perché Dio vuole che ogni uomo sia salvato e venga
alla conoscenza della verità, che è la Fede, così che chi non crede fallisce nel
suo dovere, anzi, come dice il Signore: chi non crederà sarà condannato, e in
un altro luogo: se non credete che Io Sono, morirete nel vostro peccato.
Sant’Agostino commenta: cosa bisogna credere? Bisogna credere che Gesù è
“quia ego Sum”, bisogna credere che Egli è Colui stesso che ha detto a Mosè:
“Ego Sum, Qui Sum”, bisogna confessare la Sua Divinità.

L’Atto di Fede è libero, dunque, e deve essere libero perché Dio vuole l’amore e
solo un atto libero può essere amore, difatti l’atto di Fede è proprio l’inizio
dell’amore verso Dio che illuminerà la Fede, illuminerà la mente con la verità
divina che ci permetterà, poi, di amare Dio pienamente e in tutte le cose.
L’Atto di Fede è un atto di amore, anzi un atto di sacrificio, un sacrificio di ciò
che è la facoltà, la più alta, la più nobile dell’uomo, cioè, l’intelligenza, è un
sacrificio dell’intelligenza a ciò che è ancora più alto e più nobile di essa, cioè la
Verità assoluta e definitiva che è Dio stesso.

Questo sacrificio conduce ad un secondo sacrificio, ossia della volontà al Bene
assoluto, definitivo che è Dio.

Così la Fede conduce alla Carità che è un sacrificio di tutto ciò che non è Dio,
per santificare l’uomo e per trasformarlo in Dio. Questo sacrificio
dell’intelligenza e della volontà non danneggiano l’anima, però, come il
sacrificio che fa colui che rifiuta la Fede, che piega l’anima su se stessa e la
degrada nel fine di compiere quell’atto che è il più misero di tutti gli atti che è
l’adorazione di se stesso, bensì il sacrificio che è l’atto di Fede porta l’anima
alla sua somma e nobilissima elevazione; la ragione e la volontà divengono
illuminate, la mente e il corpo intero divengono luce, con la luce che ci mostra
la strada verso il Cielo, per adorare lassù quella Verità e quella Bontà che è Dio
stesso, quella Luce che è la fonte e il Padre di tutte le luci per immergersi in
Lui, e contemplare per sempre poi gli splendori infiniti della Sua gloria.
Amen.

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Sia lodato Gesù Cristo +

Fede come verità

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Carissimi fedeli, continuando questo ciclo di prediche sulla Fede, vogliamo oggi
considerare l’oggetto della Fede: l’oggetto della Fede è la Verità sovrannaturale
conosciuta mediante la grazia.

Cosa significa “Verità” in questa frase?
Nei termini più generali la verità è la corrispondenza tra una idea e una cosa,
in altre parole tra una idea e la realtà. La Verità che è l’oggetto della fede è la
realtà fin quanto è conoscibile, un esempio di questo tipo di verità è la frase:
“io cerco la verità”, qua la verità significa la realtà delle cose fin quanto è
conoscibile.

L’oggetto della fede è la Verità fin quanto è conoscibile, la realtà fin quanto è
conoscibile.
La Chiesa insegna che questa Verità, questa realtà, è nient’altro che Dio stesso
che è la Verità, la realtà e l’Essere nel senso supremo e assoluto del termine.
Dire che Dio è la Verità, o la realtà fin quanto è conoscibile, significa che la
conoscenza di Dio dipende dal Soggetto che lo conosce; l’uomo essendo finito
può conoscere Dio solo in modo finito, ossia con la fede, mentre Dio può
conoscere se stesso in modo infinito e perfetto, perchè in Dio c’è una
corrispondenza e unità perfetta tra Soggetto che conosce e Oggetto che è
conosciuto.

Abbiamo detto che l’Oggetto della fede viene conosciuto mediante la grazia,
nella predica scorsa abbiamo visto che la grazia è una luce sovrannaturale che
ci fa conoscere Dio come è di per Se stesso, la Chiesa distingue tra la fede che
è una luce sovrannaturale (e fa conoscere Dio come è di per Se stesso), e la
ragione che è una luce naturale che ci fa conoscere Dio come la causa e la fine
della creazione.

Se noi chiediamo cosa dobbiamo credere per conoscere Dio come è di per Se
stesso, la Chiesa risponde con san Paolo che dobbiamo credere che Egli esiste
e che Egli ricompensa coloro che lo cercano, san Tommaso d’Aquino,
sant’Alfonso e altri teologi insieme alla prassi universale della Chiesa, ci
insegna che bisogna inoltre credere nel Mistero della Santissima Trinità + e in
Cristo Redentore, come accenna Giovanni nel suo Vangelo: “Questa è la vita
eterna, che conoscano Te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù
Cristo +”.
Per conoscere Dio come è di per Se stesso, per avere la fede, dobbiamo
credere queste dottrine, dunque, più in dettaglio, dobbiamo credere queste
dottrine esplicitamente e tutti gli altri dogmi della fede, implicitamente, o
nell’ultima analisi dobbiamo credere in Gesù Cristo + perchè se crediamo in
Gesù Cristo + crediamo tutti i dogmi della fede, crediamo nel Dio-Uomo, la
Seconda Persona della Santissima Trinità, fatta Carne per redimerci e
giudicarci, e per rimunerarci nella prossima vita.

Se crediamo in Gesù Cristo + crediamo la Verità che è Dio fin quanto è conoscibile, come san Giovanni scrive nel Prologo del suo Vangelo: “Dio nessuno lo ha mai visto, proprio il Figlio
Unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato”.

In sintesi, Nostro Signore Gesù Cristo + è l’Oggetto della nostra fede, Lui che
ha detto: “Io sono la Verità”, è la Verità che è l’Oggetto della nostra fede.

Le sedicenti “altre” fedi, o religioni, presentano altre visioni della realtà
incompatibili con questa nostra visione, questa visione è vera, dunque, le altre
sono false!
Se sono false, che lo sono, non sono da Dio ma dall’uomo e, o, dal demonio:
“omnes dii gentium Demonia” ” tutti gli dei delle genti sono Demoni” Salmo
95,5, san Paolo dice nella seconda epistola ai Corinzi: quale unione tra la luce e
le tenebre, quale intesa tra Cristo e Baal, o quale collaborazione tra un fedele
ed un infedele, quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?

Le altre religioni sono da rigettare mentre i loro aderenti sono da convertire, da
istruire, affinchè possano assumere il dolce giogo di Cristo: Lui è solo da
accogliere, solo da abbracciare, solo da servire, da seguire, da adorare da
testimoniare fino alla morte, perchè Lui è l’unica manifestazione della Verità
suprema ed assoluta di tutte le cose, fin quanto è conoscibile all’uomo, perchè
Lui è la Verità e non solo la verità ma anche la Via e la Vita e chi conosce Lui
conosce la Via e avrà la Vita, la vita di grazia in questo mondo, e la vita di
gloria nel Cielo.
Amen.
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

L’immutabilità della Fede

Talvolta, carissimi amici, qualcuno dirà: “Comunque la Chiesa è molto cambiata” e pensiamo subito al suo insegnamento, o alla sua liturgia.
Oggi voglio parlarvi dell’insegnamento, nel testo del ciclo di prediche che sto facendo sulla Fede.

In quale senso, dunque, è cambiato l’insegnamento?

Fino, forse, a cinquant’anni fa, gli uomini della Chiesa presentavano una visione della realtà, a cui ho accennato domenica scorsa (leggasi la predica del 15.5.2011), di Dio Uno e Trino, assolutamente trascendente e soprannaturale,nel senso che è al di sopra di tutto il Creato, che elargisce sugli uomini la grazia soprannaturale, così creando l’ordine sovrannaturale illuminando la loro conoscenza con la fede e accendendo la loro volontà con la carità, affinchè l’uomo si possa elevare ed unire a Lui quaggiù e nel Cielo, per questo scopo crea la Chiesa a cui affida la grazia dei Sacramenti e tutte le verità soprannaturali sulla fede e la morale, soprattutto i Dieci Comandamenti di cui l’uomo avrà bisogno per attraversare questo mondo. Coloro che seguono questa strada, apparecchiata per loro da Dio, raggiungeranno il Cielo, coloro che non la seguiranno finiranno nell’Inferno; la strada che conduce al Cielo è stretta e richiede ascesi e mortificazione, anche se porta con se la pace e la più profonda felicità possibile in questo mondo; la strada che conduce all’Inferno è larga invece, non richiede sforzi e porta con se piaceri, ma piaceri passeggeri che cedono poi alla tristezza e spesso alla disperazione.

Da circa cinquant’anni, dunque, molti uomini nella Chiesa presentano un’altra visione della realtà, la grazia e l’ordine soprannaturale non sono più menzionati, la fede cattolica sarebbe secondo loro un sistema di credenze sullo stesso livello di quello dei protestanti, o di qualsiasi altra confessione cristiana o di quelle di tutte le altre religioni; il “Credo” non sarebbe più necessario, per raggiungere il Cielo.

La fede come vediamo, per esempio, nella trascuratezza della dottrina del Limbo, non sarebbe più necessario a questo fine neanche il Battesimo, né l’appartenenza alla Chiesa Cattolica, il Battesimo diverrebbe così una convenzione e la Chiesa solo un raggruppamento di persone con le stesse credenze; non sarebbe necessaria neppure la Carità dell’amore soprannaturale, ma basterebbe l’amore in senso assai vago e indefinito, relativo solo alle necessità umane dell’uomo, quell’amore che secondo molti è l’essenza dell’Ecumenismo, mentre la prima finalità del Matrimonio (che è uno dei Sette Sacramenti) sarebbe la chiave della vita eterna.

Questo amore e la gioia a cui conduce, costituiscono un vangelo positivo opposto ad un Vangelo negativo che si occupa di mortificazione, di peccato e dell’Inferno. Questa visione rappresenta un allontanamento dall’oggettivo, dalla realtà, dalla verità oggettiva, l’ordine soprannaturale, l’autorità, le leggi, la giustizia verso il soggettivo, l’amore, la comunione e la vera gioia.
L’insegnamento è cambiato, dunque, la nostra domanda perciò è: “quale insegnamento è giusto, quello tradizionale o quello moderno? O forse l’insegnamento tradizionale era giusto, e allora adesso, l’insegnamento moderno è giusto?”

Diamo un esempio: la fede e la carità sono necessarie alla salvezza, o non lo sono? Oppure, erano necessarie nel passato, ed ora non lo sono più? Carissimi amici, la risposta è chiara come la luce: l’insegnamento tradizionale è giusto e quello moderno è falso!
La fede e la carità sono necessarie per la salvezza e lo saranno sempre!

Perchè è giusto l’insegnamento tradizionale?
Perchè l’insegnamento tradizionale è l’ insegnamento della verità oggettiva che la Chiesa ha ricevuto da Dio stesso, secondo le parole del Signore nel Vangelo di oggi: “quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”, l’insegnamento tradizionale è insegnamento di verità oggettive, dunque, che come tali sono immutabili, immutabili come le verità della matematica: se due più due fanno quattro, oggi, lo faranno anche domani!
Questo insegnamento tradizionale della Chiesa, dunque, non è cambiato, non cambierà e non può cambiare, come la Chiesa stessa non è cambiata a questo riguardo e non cambierà, non può cambiare!

Come sappiamo che l’insegnamento tradizionale sulla necessità della fede e della carità e sulla salvezza, o sulla Santissima Trinità, sulle realtà della Beata Vergine Maria, sull’Incarnazione, sulla morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo + è vero?
Perchè la Chiesa col sostegno dello Spirito di Verità, che è lo Spirito Santo, l’ha definito come tale, la Chiesa l’ha definito come dogma, come divinamente rivelato e da credere come tale per ogni membro della Chiesa Cattolica, così che, chi la nega, anche solo un solo articolo, sarà escluso dalla comunione della Chiesa.

Coloro che insegnano dottrine opposte non possono cambiare l’insegnamento Cattolico, dunque, non ne hanno il potere perchè quell’insegnamento è immutabile, non hanno l’autorità, la competenza, perchè hanno l’autorità e la competenza solo per insegnare il Depositum Fidei, i dogmi della fede, per insegnare i quali hanno ricevuto il “munus docendi” l’ufficio per insegnare, perciò non possono cambiare l’insegnamento.

Sono loro come i professori incaricati ad insegnare la matematica, i quali insegnano infatti, che due più due fa quattro e non che due più due fa tre, non possono cambiare la matematica perchè le sue verità sono immutabili e non hanno neanche l’autorità poichè hanno ricevuto solo l’autorità e la competenza di insegnare la matematica.
Ora, i così detti modernisti, pretendono che il fondamento teologico per il cambiamento dell’insegnamento risiede nel fatto che l’oggetto della fede è l’esperienza religiosa, il senso religioso, di cui l’espressione cambia e si sviluppa attraverso i tempi.

La Chiesa Cattolica, invece, ha condannato queste due dottrine.

Ha condannato la prima dottrina, che la fede si riduce all’esperienza religiosa, nel Decreto Lamentabili e Pascendi di san Pio X e ha condannato la seconda dottrina, che il dogma cambia e si sviluppa, nell’Enciclica Humani generis di Pio XII, la Chiesa insegna che il dogma secondo il suo contenuto è di origine veramente divina, che è l’espressione della verità oggettiva e che il suo contenuto è immutabile, non c’è dunque cambiamento ne sviluppo nel contenuto del dogma, l’unico tipo di sviluppo che attinge al dogma è lo sviluppo della sua espressione che nel corso dei secoli diviene più chiara e più profonda, come è nelle parole di san Vincenzo Lerino citate nella Costituzione Dei Filius del Concilio Vaticano Primo: “solo nello stesso dogma, nello stesso senso e nello stesso modo di intendere” – in eodem dogmate, eodem sensu, eademque sententia -.

In una parola, i dogmi della Chiesa, le sue verità oggettive, che ha ricevute da Dio stesso con l’incarico di insegnarle nel corso dei secoli, non cambiano e non possono cambiare, solo la loro espressione può cambiare ma divenendo più chiara, più profonda, come la luce del sole che cresce fin dall’aurora e a mezzogiorno rimane la stessa luce, nelle parole di san Vincenzo Lerino.

La ragione ultima, carissimi fedeli, per la quale l’oggetto della fede non può cambiare è che il suo Oggetto nell’ultima analisi è Dio stesso, Lui stesso è quel sole, quel sole increato che noi percepiamo nel corso del nostro passaggio attraverso il deserto di questo mondo, che percepiamo in modo debole come all’aurora, e in modo forte come a mezzogiorno, Lui stesso è quel sole che manda i suoi raggi, che emette la Sua luce e la Sua Verità per illuminare le nostre menti con la fede, così che possiamo dire col Salmista:”Nella Tua luce vedremo la luce”; Lui stesso è quel sole che in questo mondo non possiamo guardare direttamente con gli occhi a causa dell’eccesso della Sua Divina gloria, ma che vedremo nel prossimo mondo, quando la luce della grazia si trasformerà nella luce di gloria, quando Lo vedremo faccia a faccia e quando, nelle parole dell’Apocalisse: “non vi sarà più notte e non avremmo più bisogno
di luce di lampada perchè il Signore Dio ci illuminerà e regneremo con Lui nei secoli, dei secoli, amen”.

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.
Sia lodato Gesù Cristo!

Fede e Sacra Scrittura

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+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen

Oggi, carissimi fedeli, è la Domenica in Albis, anche nominata la Festa della Divina Misericordia in cui si può guadagnare l’Indulgenza plenaria alle solite condizioni: la confessione oggi o durante la settimana scorsa, o questa settimana, la santa Comunione oggi solo, naturalmente, nello stato di grazia non essendo mancati alla santa Messa domenicale o alla santa purezza, per esempio, e anche la visita di una Chiesa con la recita del Credo e del Pater Noster e un secondo Pater Noster e una Ave Maria secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.

In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti.

“Questi segni sono stati scritti perchè crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perchè credendo abbiate la vita nel Suo Nome”.
Così descrive san Giovanni evangelista nella lettura di oggi, lo scopo del suo Vangelo, ossia: che noi abbiamo la fede e la vita eterna. Similmente quando raccontò che il Sangue e l’acqua uscivano dal lato del Signore, aggiunse le parole: “chi ha visto ne da testimonianza e la sua testimonianza è vera, egli sa che dice il vero perchè anche voi crediate”. San Giovanni evangelista intende che noi abbiamo la fede, la fede che Gesù è il Cristo, cioè il Messia, il Salvatore ed il Figlio di Dio, cioè il Figlio Divino. E intende che noi abbiamo la vita eterna nel Suo Nome, cioè la Vita della grazia, la Vita sovrannaturale, questa Vita è nel Nome del Signore perchè proviene dal Battesimo nel Suo Nome e si mantiene dall’agire nel Suo Nome, dall’agire da buoni cattolici.
Questa Vita è la vita di buoni cattolici quaggiù, e la Vita dei Beati nel Paradiso.
La conoscenza della Sacra Scrittura e soprattutto dei Vangeli è dunque necessaria per la fede, la fede degli adulti, è necessaria per ottenere la fede, è necessaria per aumentarla, per purificarci dai dubbi come nel caso di sant’Agnese, e per approfondirla, ma nessuna conoscenza è più utile per approfondire la nostra fede e per avere la Vita di grazia, nella sua pienezza, che la conoscenza della Passione del nostro amatissimo Signore Gesù Cristo +, la conoscenza del costato trafitto da una lancia, del Sacro Cuore aperto dal peccato per abbracciare il peccatore, la conoscenza del Sangue e dell’acqua che significano la salvezza dell’uomo tramite il Sacrificio del Calvario e il Battesimo, nessuna conoscenza è più utile della conoscenza delle ferite nel costato, nelle mani e nei piedi del Signore.

“Conosci dunque la mia Passione, medita la mia Passione, vivi la mia Passione – dice il Signore – metti qua il tuo dito e guarda le mie mani, stendi la tua mano e mettila nel mio costato, tocca le mie ferite, avvicina la tua sofferenza e uniscila alla Mia sofferenza e sappi che Io ti ho amato con un Amore che non fu mai visto prima su questa terra e che non si vedrà mai più, un’Amore che ha inflitto la mia sacra umanità, quella più gloriosa più sublime creazione di Dio, con ferite che l’ha lacerata e l’ha fatta un’unica ferita, che l’ha inchiodata sull’albero della Croce e l’ha svuotata di tutto il suo Sangue. Sappi che questo mio Amore mi ha fatto morire e risorgere e portare queste ferite con il Suo pegno e la sua prova incontrovertibile per tutta l’eternità. Non siate più increduli, ma credenti, abbiate la fede, e vivete in questa fede amando Me e avrete la vita nella Sua pienezza quaggiù e in Cielo”.
Amen.

La natura della Fede

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della Fede che comincerà ad
ottobre. Vogliamo guardare, allora, la natura della Fede cominciando con la
definizione di San Paolo nella sua epistola agli Ebrei XI,1 “La fede è sostanza
delle cose che si sperano e convinzione delle cose che non si vedono”.

Seguiamo l’interpretazione di San Tommaso d’Aquino.
Notiamo per primo che la fede si riferisce al futuro: alle “cose che si
sperano”, alle “cose che non si vedono”.Queste cose le possederemo nel
futuro, le vedremo nel futuro, cioè nel cielo. Queste cose sono le verità divine
ed eterne che non sono altro che Iddio stesso. In questo mondo quaggiù
abbiamo una conoscenza oscura di queste cose; nell’altro mondo ne avremo
una conoscenza chiara. Qui crediamo con la luce della fede; la vedremo con la
luce della gloria: “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma
allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora
conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto”. (1Cor.13).

Il secondo elemento di questa definizione che vogliamo meditare è
l’espressione: “la fede è sostanza”. Questo significa che la fede ci da (già in
questo mondo) la comprensione dei suoi oggetti: cioè le verità divine ed eterne
che sono Dio. Così afferriamo quaggiù in modo iniziale e preparativo ciò che
possederemo in cielo in modo perfetto e definitivo.

Ebbene, in cosa consiste questa comprensione di Dio, questa conoscenza di
Dio? Evidentemente è una specie di unione con Dio, un unione che la Sacra
Scrittura paragona con il matrimonio: nel Libro di Osea (2,20) leggiamo: “Ti
fidanzerò con me nella fede”. Quando pensiamo in genere all’unione con Dio,
pensiamo forse all’unione con Dio nel cielo,o all’unione mistica con Dio su
questa terra, come quella di un santo rapito nell’amore dell’Onnipotente;
dimentichiamo che la fede in se stessa è già una unione con Dio.

Ma questa comprensione, questa conoscenza di Dio, non è soltanto una
unione con Dio, ma anche la vita eterna stessa, perché questa comprensione
amorevole di Dio sulla terra (che è la fede) è già l’inizio della visione beatifica
del cielo (che è la vita eterna). In questo riguardo ci dice il Signore: “Questa è
la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato,
Gesù Cristo” (Gv.17,3).

Il terzo elemento della definizione di San Paolo che vogliamo guardare adesso
è la parola “convinzione”. La fede coinvolge la convinzione, la certezza. Se ciò
non è la certezza della ragione, è la certezza la più grande che si possa
raggiungere qui sulla terra su Iddio e le cose di Dio. Per citare il sacro Concilio
di Trento: “il verbo – credere – significa il sicurissimo assenso, in virtù del quale
l’intelligenza aderisce con fermezza e tenacia a Dio che rivela i propri misteri.
Perciò chi crede (nel senso qui inteso) possiede indubbia e nettissima
convinzione di qualcosa”.

In questo senso, di fatti, si dice che la Fede è una luce più forte di quella della
ragione. Qualcuno potrebbe chiedere,però, a questo punto, perché si parla allo
stesso modo dell’oscurità della fede. La risposta è che la fede è chiara quanto
al modo, e oscura quanto all’oggetto, della sua conoscenza.

Il suo oggetto, come abbiamo già detto, è Iddio Stesso, che non può essere
compreso che imperfettamente e oscuramente dalla conoscenza finita, limitata,
dell’uomo; il modo di conoscere questo oggetto è invece una luce forte, una
certezza assoluta, perché unisce la mente direttamente e immediatamente con
Iddio, che è la Verità stessa.

Parliamo adesso sui benefici della Fede.
In questa piccola analisi della natura della fede abbiamo visto il suo beneficio
principale, cioè che ci dà la vita eterna (legata evidentemente ad una vita
buona, alle opere buone, alla Carità – nel senso dell’amore sovrannaturale -).
Il suo beneficio secondario è che ci insegna come arrivare a questa vita
eterna mediante i nostri atti o, in altre parole, come condurre una vita buona,
virtuosa. In breve: la Fede è la nostra guida. La Fede dà la buona direzione alla
nostra vita terrestre; ci insegna le grandi verità tra le quali si trovano, per
esempio, il fatto che ci sia una vita dopo questa vita terrena, e che Dio
ricompensa il bene punendo il male; la Fede ci dà i comandamenti, la
predicazione e l’esempio di Nostro Signore Gesù Cristo.
Finalmente in questo modo la Fede ci dà i mezzi per superare le tentazioni.
Nella Lettera agli Efesini S. Paolo ci parla del combattimento spirituale,
scrivendo: “Tenete sempre in mano lo scudo della fede con il quale potrete
spegnere tutti i dardi infuocati del maligno” (6,16). San Pietro dice: ” il vostro
nemico, il diavolo, come un leone ruggente va in giro, cercando chi divorare.
Resistete saldi nella fede” (1Pt.5,8).

Tutto ciò che abbiamo meditato sulla Fede può essere espresso con
l’immagine della luce: La Fede è la luce nella quale vedo Iddio in questo
mondo; questa luce è la luce d’aurora che precede la luce del giorno nel quale
vedrò Iddio nel cielo; la Fede è la luce che mi condurrà attraverso la valle
oscura di questo mondo per unirmi a Lui in una unione perfetta e stabile, per
tutta l’eternità.
Sia lodato Gesù Cristo +
In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Sull’infallibiltà della Fede

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

Continuando il nostro ciclo di prediche sulla Fede, vogliamo oggi rivolgere il
nostro sguardo sull’infallibilità della Chiesa.

Il Vangelo di san Matteo conclude con queste parole del Signore ai suoi
Apostoli: “Mi è stato dato ogni potere in cielo ed in terra, andate dunque, e
ammaestrate tutte le nazioni … insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi
ho comandato. Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”
(Mt.28,18-20).
Con queste parole il Signore elargisce sulla Chiesa, in forma degli Apostoli e
dei loro successori, il munus docendi, l’ufficio di insegnare, così istituendo la
Chiesa insegnante.

Qual è l’ambito di questo insegnamento? L’ambito di questo insegnamento
viene espresso con le parole “tutto ciò che vi ho comandato” ed è la
Rivelazione intera. La Rivelazione, o il Depositum Fidei, ha due fonti che sono
la Sacra Scrittura e la Tradizione orale, e consiste in ciò che si chiamano le
verità della religione, che si distinguono nelle verità della Fede in senso stretto,
e le verità della morale.

Le verità della Rivelazione, in quanto proposte dalla Chiesa da credere come
tali, sono i Dogmi. I Dogmi sono infallibili perché garantiti dal Signore stesso
con le parole: “io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”, e con le
parole durante l’Ultima Cena: “io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro
Consolatore perché rimanga sempre con voi, lo Spirito di verità” (Gv.14,16-
17).

I Dogmi sono infallibili nel senso definitivo perché sono un esercizio del
munus docendi che partecipa a quello del Signore che è la Verità stessa: il
Vero, il Veritiero Che non può essere ingannato, ne ingannare: qui nec falli, nec
fallere possit (Concilio Vaticano Primo).

Per riassumere, la Chiesa possiede il munus docendi e il munus docendi è il
mandato per insegnare le verità della Rivelazione. La Chiesa insegna queste
verità come Dogmi e questi dogmi sono infallibili. Dio stesso ha dato questo
mandato alla Chiesa e Dio stesso garantisce l’infallibilità dei Dogmi.

La Chiesa ha dunque il mandato di insegnare Dogmi infallibili o, in altre
parole, la Chiesa è infallibile quando insegna i Dogmi. Ma quando diciamo
questo, come intendiamo la parola “Chiesa”? La intendiamo in due sensi.
Il primo senso è quello dell’Episcopato intero, secondo la parola di san
Cipriano: la Chiesa è nei Vescovi. I Vescovi sono infallibili quando dichiarano un
Dogma sia in modo straordinario, sia in modo ordinario.
Lo dichiarano in modo straordinario in un Concilio generale ed ecumenico
(nel senso che tutti i Vescovi Cattolici del mondo vengono invitati e in numero
sufficiente assiste per poter rappresentare l’Episcopato intero). In un tale
Concilio il Papa presta ai Vescovi una partecipazione al suo proprio potere e
può confermare e promulgare le loro decisioni solo lui.

I Vescovi dichiarano un dogma in modo ordinario quando lo fanno nelle loro
Diocesi unanimemente tra di loro e con il Papa. Un esempio sono i Catechismi
diocesani (di una volta, bisogna precisare).

Un soggetto di infallibilità è dunque l’Episcopato intero; l’altro è il Papa. Il
Concilio Vaticano Primo proclama che: “il Papa è infallibile quando parla ex
cathedra, cioè quando definisce come Pastore e dottore di tutti i cristiani in
virtù della sua suprema ed apostolica autorità, che una dottrina della Fede o
della morale è da tenere dalla Chiesa Universale…”

Il Concilio Vaticano Primo definisce l’infallibilità del Papa come quella che il
Signore voleva elargire sulla Sua Chiesa. Questa infallibilità si evidenzia nelle
parole del Signore “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” e
viene presupposto dalla autorità suprema del Papa espressa nelle parole del
Signore “pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle”.

Poiché un Concilio e un Papa sono infallibili solo quando proclamano dogmi,
possiamo concludere che il Concilio Vaticano II non era infallibile perché
mancava l’intenzione di proclamare Dogmi. C’erano constatazioni dogmatiche
dentro di esso, ma solo come reiterazione di dogmi già definiti
antecedentemente. Possiamo concludere altrettanto che poco di ciò che
insegna un Papa è infallibile e comunque ciò che insegna deve essere accolto
con atteggiamento pio e rispettoso.

Il contenuto della nostra Fede è la Verità, la Verità infallibile, ciò che nostro
Signore Gesù Cristo + e nostro dolce Redentore garantisce solennemente,
affinché tutti gli uomini, attraverso tutti i secoli, possano conoscere questa
Verità e conoscendola, avere la Vita Eterna, Amen.
Sia lodato Gesù Cristo +

L’unicità della Chiesa

+ In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen

Nell’Epistola di San Paolo agli Efesini (1,4-6) egli li richiama all’unità tramite l’umiltà, la mitezza, la pazienza, e la Carità.

Occorre che siano uniti perché sono, con le parole di S. Paolo: “un solo corpo con un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione. Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio Padre di tutti che è al di sopra di tutti, per mezzo di tutti, ed in tutti noi.” Il fondamento della loro unità può essere sintetizzato come la Chiesa, nostro Signore Gesù Cristo, + e la Santissima Trinità.

La Chiesa unisce tutti i cristiani in quanto è un sol corpo e una sola anima di cui tutti i cristiani sono i membri. Il corpo è la parte fisica e visibile, come la gerarchia, e l’amministrazione dei Sacramenti; l’anima è la parte sovrannaturale ed invisibile che comprende la Fede, la Speranza, la Carità, le grazie, e la santità.

Nostro Signore Gesù Cristo + unisce tutti i Cristiani in quanto questo corpo è il Suo Corpo Mistico e l’anima di questo corpo, di questo Suo Corpo Mistico, è lo Spirito Santo.

Nostro Signore, e più generalmente la Santissima Trinità, ci unisce in quanto è l’oggetto della speranza e della fede; e in quanto il Battesimo ci incorpora in Lui, rendendoci figli del Padre, fratelli del Figlio, e templi dello Spirito Santo. San Paolo si riferisce al Padre quando parla di Dio come “al di sopra di tutti”; si riferisce al Figlio quando dice “per mezzo di tutti”, essendo il Figlio il mediatore; e parla dello Spirito Santo quando dice “in tutti noi”, essendo lo Spirito Santo l’anima della Chiesa.

Ma la Chiesa, nostro Signore Gesù Cristo + e la Santissima Trinità sono uno non solo perché uniscono i cristiani, ma anche perché sono unici. C’è una sola Chiesa e questa è la Chiesa Cattolica: c’è un solo Corpo Mistico di Cristo informato da una sola anima che è lo Spirito Santo. Ciò che si chiama la chiesa Ortodossa, la chiesa Protestante, la chiesa Anglicana, ecc… non sono vere “chiese” bensì comunità di persone che professano e praticano, fino a un certo grado maggiore o minore, la Fede Cattolica.

C’è un solo Battesimo e questo è il Battesimo Cattolico. Se il battesimo dei cristiani non-cattolici è valido – e non è il caso per tutte le confessioni cristiane– inserisce la persona nell’una Santa Chiesa Cattolica, più precisamente nella sua anima (la parte invisibile di questa). Qua rimane e qua si può salvare ma solo da cattolico, fin quando non nega la Fede Cattolica.

C’è una sola Fede e questa è la Fede Cattolica, essa e essa sola ci rivela la verità e la Verità intera; essa, ed essa sola è la strada che ci conduce al Paradiso.

C’è un solo Signore, e questo è nostro Signore Gesù Cristo + rivelato pienamente solo nell’una sola Chiesa Cattolica; e, come leggiamo negli Atti degli Apostoli: “in nessun altro c’è salvezza, né sotto il cielo altro nome è stato dato agli uomini, mediante il quale possiamo essere salvati ” (4,12).

E’ vero che coloro, che per nessuna colpa propria non conoscono il Signore, possono essere salvati, ma solo tramite un atto di fede e il Battesimo (o il desiderio per il Battesimo almeno implicito). Ciò a loro sarà concesso se conducono una buona vita, argomenta San Tommaso d’Aquino.

C’è un solo Dio e questo è la Santissima Trinità rivelato pienamente solo nell’una sola Chiesa Cattolica.

Oggigiorno c’è una tendenza di unire tutti coloro che credono in Dio, come i Cristiani, gli Ebrei e i Musulmani per esempio, non sulla base fornita da san Paolo, bensì sulla base del monoteismo, dicendo “hanno lo stesso Dio”, ma questo è vero solo sul livello filosofico, non sul livello teologico.

E’ vero sul livello filosofico perché con la sola ragione possiamo dimostrare che c’è un Dio. Ma non è vero che abbiamo “lo stesso Dio” sul livello teologico perché la Chiesa e la fede cattolica ci insegna infallibilmente che Dio è la Santissima Trinità, di cui la Seconda Persona è divenuta Uomo, e questo è negato dagli Ebrei, dai Musulmani, e da tutti gli altri monoteisti non cristiani. Ciò che ci interessa comunque non è la filosofia bensì la teologia, perché la teologia tratta della Fede, mediante cui Dio ci ha voluto manifestarsi come Egli È di per Se Stesso, e perché la  Fede ci è necessaria per raggiungere il Paradiso.

La Chiesa, nostro Signore Gesù Cristo + e la Santissima Trinità, uniscono tutti i fedeli in “Uno”. Per questo motivo bisogna cercare di essere uniti con i nostri fratelli cattolici come dice San Paolo: con umiltà, con mitezza, pazienza e amore, per mezzo del vincolo della pace.

La Chiesa, nostro Signore Gesù Cristo + e la Santissima Trinità sono anche “unici”. Per questo motivo bisogna, nelle parole del Catechismo di san Pio X, avere ‘un amore illimitato per la Chiesa’, come anche per nostro Signore e la Santissima Trinità, e ‘riputarci infinitamente grati, onorati e felici di appartenere ad Essa, e adoperarci alla gloria e all’ incremento di Lei con tutti quei mezzi che sono in nostro potere’. Amen.
+ In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.

L’unicità della Fede

+In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

Un sacerdote mio amico che celebra la Messa antica in Svizzera, mi ha raccontato che per un certo periodo, un pastore luterano anziano frequentava la sua chiesa. Un giorno chiese se potesse ricevere la santa Comunione: “i Padri domenicani me lo permettono”, disse. Il Sacerdote in questione invece rispose che se voleva ricevere la santa Comunione doveva essere cattolico e seguire un corso di catechismo. Il pastore era d’accordo e dopo un corso assai lungo, ricevette il Sacramento del Battesimo, della Cresima, della Confessione, poi alla fine quello della santa Eucaristia.

Non molto tempo dopo, ricevette dalle mani dello stesso Sacerdote anche il Sacramento dell’Estrema Unzione. Dopo di che, piangendo di gioia, morì santamente, perché era diventato membro della Chiesa Cattolica e che lo attendeva così il Paradiso.

Questa storia, che è un esempio del vero e sano ecumenismo, ci rammenta la frase del Salmo citato oggi due volte nella Santa Messa: “Laetatus sum in his, quae dicta sunt mihi: in domum Domini ibimus / Mi sono rallegrato quando mi dissero: andremo nella casa del Signore” (Sal.121,1 e 7). Oggigiorno, carissimi fedeli, alcuni cattolici e tra loro purtroppo anche alcuni membri della gerarchia, presi da un ecumenismo falso, pretendono che altre confessioni cristiane, o anche altre religioni non-cristiane, possono essere mezzi di salvezza. Questo però non è vero! Il Catechismo Maggiore di san Pio X ai numeri 224 e 225 dice:

224. Chi sono quelli che non appartengono alla comunione dei santi?
Non appartengono alla comunione dei santi nell’altra vita i dannati ed in questa coloro che si trovano fuori della vera Chiesa.

225. Chi sono quelli che si trovano fuori della vera Chiesa?
Si trovano fuori della vera Chiesa gli infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati. Nello stesso Catechismo Maggiore di San Pio X, riferendosi alla parola di San Paolo nell’epistola agli Efesini, leggiamo:

157. Non vi potrebbero essere più Chiese?
No, non vi possono essere più Chiese, perché siccome vi è un solo Dio, una sola Fede e un solo Battesimo, così non vi è, e non vi può essere che una sola vera Chiesa.

Oggi voglio tornare a questo tema, di cui ho parlato la settimana scorsa, per esporre un pò più a lungo la sua dottrina sull’unicità del Battesimo e della
Chiesa.

C’è un solo Battesimo e questo è il Battesimo Cattolico. Consiste nel versare l’acqua su una persona vivente dicendo allo stesso tempo la formula trinitaria: Ego te baptízo in nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti. Questo gesto e queste parole hanno un effetto sovrannaturale e incorporano la persona nell’una Chiesa Cattolica, il Corpo mistico di Cristo, e le conferisce la virtù teologale della Fede.

Se il gesto manca, o mancano le parole, non avviene il Battesimo; è il caso di alcune confessioni cristiane non-cattoliche come gli Unitariani, per esempio, che non utilizzano la formula trinitaria (1).

Se invece il gesto e la formula corretti ci sono, il Battesimo avverrà e la persona sarà incorporata nell’unica Chiesa Cattolica, il Corpo mistico di Cristo, e riceverà la vera fede cattolica. Il Battesimo avverrà anche se la persona in questione è figlio di genitori non cattolici che credono che il loro figlio sia stato battezzato come protestante, anglicano, o ortodosso, per esempio, ed anche se la persona stessa dopo, lungo la sua vita, pensa di essere protestante anglicano, o ortodosso. In verità, però, sarà cattolico. Questa persona rimarrà cattolica fin quando non nega un articolo della Fede.

Per questo può anche essere salvato, non da protestante, anglicano, o ortodosso, però, ma da cattolico, perché, come si può dire: il Paradiso è Cattolico e tutti nel Paradiso sono cattolici. La situazione di questi cristiani, comunque, è anomala perché appartengono solo alla parte invisibile della Chiesa, alla sua Anima, e non alla sua parte visibile, il suo Corpo.

La loro situazione è anche pericolosa perché vivono in un ambiente ostile alla Chiesa Cattolica che può portarli facilmente alla negazione di un dogma o allo scisma, e perché, soprattutto nel caso dei Protestanti, sono, per così dire, cattolici “ignoranti” e “non praticanti”: ignoranti di grandi parti della Fede come per esempio dei dogmi mariani ed eucaristici, e, per di più, non essendo praticanti, non hanno accesso ai Sacramenti della Confessione, della Cresima, della Santa Eucaristia, del Sacerdozio, né dell’Estrema Unzione.

Per questo, carissimi fedeli, bisogna pregare per la loro conversione e fare il possibile per promuoverla, affinché un giorno possano dire con noi: Mi sono rallegrato quando mi dissero: andremo nella casa del Signore” (Sal.121,1 e 7): la Sua Casa che è la Chiesa Cattolica sulla terra, e la Chiesa Cattolica nel Cielo, alla gloria del Santissimo Nome di Dio.

+In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen.

Nota
1) Ed anche per come si è espressa la Congregazione per la Dottrina della Fede con un Documento ufficiale del 1° marzo 2008, leggiamo: “Sono due le formule del battesimo molto in voga oggi in alcune comunità cristiane non cattoliche, dichiarate nulle nella presente risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede (CdF) ai dubbi proposti. Le presentiamo tradotte in italiano: “Io ti battezzo nel nome del Creatore, e del Redentore, e del Santificatore”; “Io ti battezzo nel nome del Creatore, e del Liberatore, e del Sostenitore”. Un fedele cattolico che tenta con dolo di amministrare il battesimo con una di queste formule invalide, commette un delitto canonico punibile con una giusta pena a norma del can. 1384 CIC. Infatti è gravemente illegittimo ed ingiusto ingannare sia il battezzando che la comunità al riguardo del Sacramento che è “ianua sacramentorum” (porta dei Sacramenti): can. 849 CIC; cfr 675, 2 CCEO

La Fede cattolica

In nomine Patris,et Filii,et Spiritus Sancti.

Come viene concepita la fede cattolica di solito? Come un sistema di varie credenze che hanno vari oggetti, opinioni di ordine naturale non verificabili o mutabili, opinioni che ci aiutano a comportarci nel modo giusto; come tale la fede resta sullo stesso piano di altre religioni.

L’uomo pretende di diritto di scegliere la religione che gli sembra giusta e rinucia ad imporre la
propria fede o religione sugli altri.Questa concezione, carissimi amici, difusa oggigiorno anche tra i cattolici, si oppone all’insegnamento costante di S.Madre Chiesa .

La Chiesa insegna che la fede è un insieme di dottrine unite al loro oggetto che è Dio, Dio come è di per se stesso. Queste dottrine non sono di ordine naturale, non verificabili o mutabili, bensì
costituiscono una conoscenza soprannaturale e certa. Perciò anche evidente, di verità
immutabili, non semplicemente ci aiutano a comportarci in modo giusto, piuttosto sono necessaire a questo fine e poi per raggiungere il Cielo, perciò occorre l’evangelizzazione per insegnare la fede e data l’occasione, il martirio per difenderla. Non è un cristiano colui che teme di dire la verità, dice S.Cipriano.

Per tutti questi motivi, la fede cattolica non può essere messa sullo stesso livello delle altre se-
dicenti religioni.

L’uomo non ha il diritto di scegliere la religione come si sente, ma quella che è vera. A questo fine deve adoperare la sua intelligenza e la sua volontà in modo adeguato e, così facendo, raggiungerà l’unica vera fede.

L’oggetto della Fede

L’oggetto della Fede è la Verità sovrannaturale conosciuta mediante la grazia.
Cosa significa “Verità” in questa frase?

Nei termini più generali la verità è la corrispondenza tra una idea e una cosa, in altre parole tra una idea e la realtà. La Verità che è l’oggetto della fede è la realtà fin quanto è conoscibile, un esempio di questo tipo di verità è la frase: “io cerco la verità”, qua la verità significa la realtà delle cose fin quanto è conoscibile.

L’oggetto della fede è la Verità fin quanto è conoscibile, la realtà fin quanto è conoscibile.

La Chiesa insegna che questa Verità, questa realtà, è nient’altro che Dio stesso che è la Verità, la realtà e l’Essere nel senso supremo e assoluto del termine. Dire che Dio è la Verità, o la realtà fin quanto è conoscibile, significa che la conoscenza di Dio dipende dal Soggetto che lo conosce; l’uomo essendo finito può conoscere Dio solo in modo finito, ossia con la fede, mentre Dio può conoscere se stesso in modo infinito e perfetto, perchè in Dio c’è una corrispondenza e unità perfetta tra Soggetto che conosce e Oggetto che è conosciuto.

Abbiamo detto che l’Oggetto della fede viene conosciuto mediante la grazia, nella predica scorsa abbiamo visto che la grazia è una luce sovrannaturale che ci fa conoscere Dio come è di per Se stesso, la Chiesa distingue tra la fede che è una luce sovrannaturale (e fa conoscere Dio come è di per Se stesso), e la ragione che è una luce naturale che ci fa conoscere Dio come la causa e la fine della creazione.

Se noi chiediamo cosa dobbiamo credere per conoscere Dio come è di per Se stesso, la Chiesa risponde con san Paolo che dobbiamo credere che Egli esiste e che Egli ricompensa coloro che lo cercano, san Tommaso d’Aquino, sant’Alfonso e altri teologi insieme alla prassi universale della Chiesa, ci insegna che bisogna inoltre credere nel Mistero della Santissima Trinità + e in Cristo Redentore, come accenna Giovanni nel suo Vangelo: “Questa è la vita eterna, che conoscano Te, unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo +”.

Per conoscere Dio come è di per Se stesso, per avere la fede, dobbiamo credere queste dottrine, dunque, più in dettaglio, dobbiamo credere queste dottrine esplicitamente e tutti gli altri dogmi della fede, implicitamente, o nell’ultima analisi dobbiamo credere in Gesù Cristo + perchè se crediamo in Gesù Cristo + crediamo tutti i dogmi della fede, crediamo nel Dio-Uomo, la Seconda Persona della Santissima Trinità, fatta Carne per redimerci e giudicarci, e per rimunerarci nella prossima vita. Se crediamo in Gesù Cristo + crediamo la Verità che è Dio fin quanto è conoscibile, come san Giovanni scrive nel Prologo del suo Vangelo: “Dio nessuno lo ha mai visto, proprio il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato”.

In sintesi, Nostro Signore Gesù Cristo + è l’Oggetto della nostra fede, Lui che ha detto: “Io sono la Verità”, è la Verità che è l’Oggetto della nostra fede.

Le sedicenti “altre” fedi, o religioni, presentano altre visioni della realtà incompatibili con questa
nostra visione, questa visione è vera, dunque, le altre sono false!
Se sono false, che lo sono, non sono da Dio ma dall’uomo e, o, dal demonio: “omnes dii gentium Demonia” ” tutti gli dei delle genti sono Demoni” Salmo 95,5, san Paolo dice nella seconda epistola ai Corinzi: quale unione tra la luce e le tenebre, quale intesa tra Cristo e Baal, o quale collaborazione tra un fedele ed un infedele, quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?

Le altre religioni sono da rigettare mentre i loro aderenti sono da convertire, da istruire, affinchè
possano assumere il dolce giogo di Cristo: Lui è solo da accogliere, solo da abbracciare, solo da servire, da seguire, da adorare da testimoniare fino alla morte, perchè Lui è l’unica manifestazione della Verità suprema ed assoluta di tutte le cose, fin quanto è conoscibile all’uomo, perchè Lui è la Verità e non solo la verità ma anche la Via e la Vita e chi conosce Lui conosce la Via e avrà la Vita, la vita di grazia in questo mondo, e la vita di gloria nel Cielo.

La luce della Fede

Il fine ultimo dell’uomo è di unirsi con Dio nel Cielo, nella visione beatifica per la
gloria di Dio e la beatitudine eterna dell’uomo. Sappiate però che l’uomo è un essere naturale
appartenendo alla natura, alla creazione, mentre Dio è soprannaturale, nel senso di essere al di sopra della natura e di tutta la creazione; soprannaturale è assolutamente trascendentale.L’uomo è naturale, Dio è soprannaturale, senza un aiuto speciale di Dio, dunque, l’uomo non potrebbe mai unirsi con Lui, tentare di unirsi con Dio con le proprie forze puramente naturali, sarebbe come tentare di costruire una torre di Babele con l’idea di salire su di essa per incontrarLo al di là delle nuvole.

Comunque, se le nostre forze naturali non possono condurci al nostro fine ultimo possono
già prepararci, perchè per mezzo delle forze naturali dell’uomo, più precisamente della sua
intelligenza, e della sua volontà, le due facoltà principali dell’anima, l’uomo può in maniera naturale conoscere ed amare Dio.

Per mezzo della sua intelligenza, cioè tramite la luce della ragione, può conoscere Dio, può
dimostrare di fatti, secondo la parola di san Pio X nel Giuramento Antimodernista, con certezza che Dio esiste, che Dio è l’inizio e il fine di tutte le cose, l’inizio nel senso che è il Creatore, il fine nel senso che è il Giudice e il fine ultimo dell’uomo, l’inizio e il fine, Alfa ed Omega, è poichè l’uomo può conoscere Dio come tale, può anche amarLo come tale, cioè come Creatore e fine ultimo e come Colui in cui esiste tutto ciò che è di vero, di buono e di bello.

Ma per conoscere Dio come E’ di per se stesso, per amare Dio come È di per se stesso nella Sua intima natura, per elevare l’intelligenza umana e la volontà umana ad un livello soprannaturale + bisogna avere un aiuto speciale di Dio, cioè la Grazia.

La Grazia è soprannaturale, è al di sopra della natura, un dono gratuito di Dio dato nei Sacramenti, principalmente nel Battesimo, restituito nella Confessione, aumentato negli altri Sacramenti come la Santa Comunione. È una qualità dell’anima che permette all’intelligenza di conoscere Dio in modo soprannaturale, cioè alla luce della fede e permette alla volontà di amare Dio, il prossimo in Dio in modo soprannaturale, cioè con la Carità.

Vediamo che ci sono due ordini di conoscenza, due luci: la luce della ragione e la luce della fede; la luce della ragione che è una luce naturale e la luce della fede che è una luce sovrannaturale.

Vediamo anche che ci sono due oggetti di conoscenza: l’oggetto della ragione che consiste nelle conclusioni a cui ci può condurre il ragionamento, e l’oggetto della fede che consiste dei misteri in Dio nascosti, nelle parole del Concilio Vaticano Primo “che non possono essere noti se non divinamente rivelati”.

La ragione e la fede sono compatibili, il Vaticano Primo, nella Costituzione Dei Filius dice: “benchè la fede sia sopra la ragione, non è in nessun senso contrario ad essa, e non può darsi mai qualsiasi reale disaccordo tra la fede e la ragione, poiché il Dio che rivela i misteri della fede e la infonde in noi è lo stesso che ha infuso il lume della ragione nell’animo umano; Dio non può quindi negare se stesso, né la verità contraddire la verità”.

Dunque, la ragione e la fede sono due tipi di luce, il primo naturale, il secondo sovrannaturale, esse ci prestano aiuto per attraversare, per così dire, la notte scura di questo mondo, non sono incompatibili, sono solo diverse, e i loro oggetti sono anche diversi sono due tipi di verità: il primo naturale, il secondo sovrannaturale, anche loro non sono incompatibili, ma sono diverse, perchè questi due tipi di verità appartengono alla stessa realtà, all’una, unica realtà costituendone due dimensioni diverse.

Diamo l’esempio di un cammino attraverso un bosco durante la notte:la luna ci mostra il bosco e la torcia ci mostra il cammino dentro al bosco, due luci compatibili ma diverse che ci mostrano entrambe una unica realtà.

La fede non è un insieme di credenze come nelle altre religioni, non è un’esperienza o sentimento che viene da dentro dell’uomo, come pretendono i modernisti, ma è una Luce, una conoscenza data da Dio.

L’Oggetto della fede non è una fabbricazione dell’uomo o del Demonio, come nell’Induismo per esempio; non è una fabbricazione mescolata con la Verità, come l’Islam per esempio; non è una verità parziale come il giudaismo o il protestantesimo, ma è la Verità tutta intera che, nell’analisi finale, è Dio stesso.

La luce della fede ci rivela il suo Oggetto in modo oscuro in questo mondo, ma nell’altro mondo questa luce di fede si trasformerà nella luce della gloria che ci rivelerà il suo Oggetto chiaramente, dentro dei limiti del Soggetto finito che siamo: “adesso vediamo come nello specchio e ora faccia a faccia” (1Cor. 13,12), “Dio come è” sicut est, la visione per la quale siamo stati creati, per la quale siamo stati elargiti dell’anima della conoscenza e della fede.

Proviamo a santificarci, dunque, in questa notte scura della vita terrena, per l’intercessione della Santissima Vergine Maria, Sede Sapientiae, Mater Boni Consilii, per godere pienamente e
perfettamente della luce Divina in cielo, alla Gloria del Santissimo Nome di Dio.

Fede e credibilità

Cominciamo con la definizione del Primo Concilio Vaticano: “La fede è una virtù sovrannaturale, per mezzo della quale, tramite l’ispirazione e l’aiuto della grazia di Dio, crediamo che ciò che Dio ci ha rivelato è vero, non perchè nella luce della ragione percepiamo la sua Verità intrinseca ma per l’autorità del Dio rivelante, che non può ingannare, nè essere ingannato”.

Vediamo qui che il fondamento della fede non è la ragione ma l’Autorità di Dio, in questo ci
distinguiamo dai così detti “razionalisti”, che pretendono che la sola ragione sia affidabile, che la sola ragione sia la facoltà per raggiungere la Verità assoluta, che non ci sia un’altra specie di evidenza, che non ci sia una Luce superiore, e che non ci sia altra Verità superiore a quella che raggiunga la ragione; mentre noi professiamo che c’è un’altra specie di evidenza, cioè l’Autorità di Dio, che c’è una Luce superiore, cioè la Luce della Fede, e che c’è una Verità superiore, cioè la

Verità della Fede.

Come danno i razionalisti una tale importanza alla ragione? forse perchè ritengono che la ragione ci possa dare una certezza assoluta delle cose e vogliono avere una certezza di questo grado su la Verità assoluta, ma quando riflettiamo un attimo, vediamo che la ragione purtroppo non può darci la certezza assoluta di molte cose, non sappiamo con certezza assoluta quasi nulla nella nostra vita, non sappiamo con certezza assoluta che i nostri genitori siano davvero i nostri genitori, che i nostri amici non siano in verità i nostri nemici, se la ragione non può darci la certezza assoluta di tante cose nella nostra vita, come dovrebbe darci una tale conoscenza della Verità assoluta?

Possiamo concludere che la ragione non è un fondamento molto sicuro quando si tratta della Verità assoluta, abbiamo bisogno di un’altra forma di certezza che i razionalisti non apprezzano, forse perchè non è scientifica neppure intrinseca alla mente come la certezza della ragione.

Questa è la certezza della credibilità, la specie di certezza normale nella nostra vita, una certezza che si basa sulla parola di un altro, sull’autorità di un altro, la certezza, per esempio, che i nostri genitori sono davvero i nostri genitori, e che i nostri amici sono i nostri amici, la Fede è un esempio di questa specie di certezza, la certezza di credibilità e si basa sulla Parola di un Altro, sull’Autorità di un Altro che, in questo caso, è nessun’altro che Dio stesso, e non c’è un’autorità più grande, nè un fondamento del credere più solido, ne più sicuro.

Qualcuno potrebbe obiettare, chiedendo: come sappiamo che il contenuto della Fede provenga davvero da Dio e che la Bibbia e l’insegnamento della Chiesa non siano soltanto delle fabbricazioni dell’uomo? L’evidenza sta nei miracoli e profezie e la Chiesa stessa.

Nostro Signore Gesù Cristo + confermava le Sue parole con segni e miracoli e i Suoi Santi hanno fatto lo stesso, la conversione di quasi tutto quanto il mondo dal paganesimo a Cristo e la santificazione di tante anime, malgrado la natura caduta, malgrado tutte le persecuzioni e gli ostacoli, e per mezzo di Predicatori umili e semplici è un miracolo che attesta la Verità di questa predicazione, come anche la propagazione della Chiesa, la sua santità, la sua inesauribile fecondità per ogni bene, la sua unità e stabilità, invincibili.

Si può aggiungere che l’altra evidenza della Verità della nostra fede sta nella sua profondità, la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, predica “Dio Amore” che si da fino alla morte di Croce per noi, la Chiesa Cattolica ci da la spiegazione più profonda della vita umana e di ciò che c’è di più profondo in essa, cioè, la sofferenza e l’amore.

Nessun altra cosiddetta “fede” o religione è paragonabile con il Cattolicesimo in questi riguardi, e nessun altra proclama nessuna verità che non sia già contenuta nel Cattolicesimo.

Possiamo dunque concludere che la Fede è una forma di certezza, la certezza della credibilità ed in questo senso è inoltre ragionevole, anche se non dipende dalla sola ragione, ma proprio per questo motivo la Fede esige l’umiltà, il sacrificio, il sacrificio del desiderio di conoscere tutto con le proprie forze, con la certezza scientifica ed intrinseca della ragione, come i razionalisti.

Siamo dunque umili e accettiamo la Fede e tutto ciò che contiene, come siamo anche “obbligati” perchè, come dice il Signore: “beati quelli che pur non avendo visto crederanno”.

L’obbligo della Fede

Il Concilio Ecumenico Vaticano Primo dichiara, dogmaticamente, che la Fede è
una virtù sovrannaturale per mezzo della quale, con l’aiuto e sotto l’ispirazione della Divina Grazia, crediamo essere veri i Misteri rivelati da Dio. Questo non per la intrinseca verità delle cose intelligibili alla luce naturale della ragione, ma per l’autorità del Dio rivelante che non può né ingannarSi né ingannare. Vediamo che il fondamento dell’atto della Fede non è né ragionamento, né l’evidenza della verità che ci induca a credere, bensì la volontà.

San Tommaso D’Aquino descrive l’atto di Fede come un atto dell’intelletto che consente alla Verità Divina tramite un ordine della volontà mossa da Dio, mediante la Grazia, dove la volontà possiede la principalità e l’intelletto aderisce alla verità perchè lo vuole “quia vult”.

La Fede anche se non è conseguenza di ragionamenti, non è per questo irrazionale né un
annullamento della ragione, bensì, ragionevole e san Paolo la chiama “un ossequio ragionevole”. Si crede sull’autorità di Dio stesso, sull’evidenza dei miracoli, e dell’espansione e della santità della Chiesa, e della vita, la dottrina, e l’esempio di Nostro Signore Gesù Cristo +, per questo è ragionevole. La Fede libera, si può accettare o no. Se qualcuno vuole fare la volontà di Dio, lui conoscerà la dottrina, dice il Signore, e Ludolfo il Certosino commenta: ” O discorso pieno di consolazione!

Venite dunque, ignoranti che non conoscete la dottrina, per illuminarvi, Dio non chiede che una cosa la semplice disposizione del cuore, se qualcuno volesse, conoscerà. Non dite “non so dove è la verità, ed ignoro ciò che Dio chiede di me”, volete e basta! Volete, e conoscerete!” basta dunque volere, basta volere per avere la Fede, basta volere anche per divenire Santi.

E dove voglio mettere la mia fiducia se non in Dio? Se non nella Verità assoluta da Dio rivelata?
Occorre però l’umiltà e l’ubbidienza, l’ubbidienza della Fede di cui parla San Paolo e per questo i superbi e i disubbidienti non accetteranno la Fede, i farisei, nel Vangelo di oggi, riconoscono che Nostro Signore Gesù Cristo + è verace, e lo dicono, ma non lo accettano, vedono i Suoi miracoli, ma non credono, e gli agnostici, gli atei, gli eretici che sanno ciò che è la Fede, e non sono semplicemente ignoranti, confusi, e non la accettano, mancano le virtù dell’umiltà e dell’ubbidienza, e come dice il Signore preferiscono le tenebre alla luce, perché le loro opere sono cattive.

Ma la Fede non è solo una possibilità per tutti, bensì, anche un dovere; un dovere per ogni uomo, perché Dio vuole che ogni uomo sia salvato e venga alla conoscenza della verità, che è la Fede, così che chi non crede fallisce nel suo dovere, anzi, come dice il Signore: chi non crederà sarà condannato, e in un altro luogo: se non credete che Io Sono, morirete nel vostro peccato.

Sant’Agostino commenta: cosa bisogna credere? Bisogna credere che Gesù è “quia ego Sum”, bisogna credere che Egli è Colui stesso che ha detto a Mosè: “Ego Sum, Qui Sum”, bisogna confessare la Sua Divinità.

L’Atto di Fede è libero, dunque, e deve essere libero perché Dio vuole l’amore e solo un atto libero può essere amore, difatti l’atto di Fede è proprio l’inizio dell’amore verso Dio che illuminerà la Fede, illuminerà la mente con la verità divina che ci permetterà, poi, di amare Dio pienamente e in tutte le cose. L’Atto di Fede è un atto di amore, anzi un atto di sacrificio, un sacrificio di ciò che è la facoltà, la più alta, la più nobile dell’uomo, cioè, l’intelligenza, è un sacrificio dell’intelligenza a ciò che è
ancora più alto e più nobile di essa, cioè la Verità assoluta e definitiva che è Dio stesso.

Questo sacrificio conduce ad un secondo sacrificio, ossia della volontà al Bene assoluto, definitivo che è Dio.Così la Fede conduce alla Carità che è un sacrificio di tutto ciò che non è Dio, per santificare l’uomo e per trasformarlo in Dio. Questo sacrificio dell’intelligenza e della volontà non danneggiano l’anima, però, come il sacrificio che fa colui che rifiuta la Fede, che piega l’anima su se stessa e la degrada nel fine di compiere quell’atto che è il più misero di tutti gli atti che è l’adorazione di se stesso, bensì il sacrificio che è l’atto di Fede porta l’anima alla sua somma e nobilissima elevazione; la ragione e la volontà divengono illuminate, la mente e il corpo intero divengono luce, con la luce che ci mostra la strada verso il Cielo, per adorare lassù quella Verità e quella Bontà che è Dio stesso, quella Luce che è la fonte e il Padre di tutte le luci per immergersi in Lui, e contemplare per sempre poi gli splendori infiniti della Sua gloria.

Fino, forse, a cinquant’anni fa, gli uomini della Chiesa presentavano una visione della realtà, a cui ho accennato domenica scorsa (leggasi la predica del 15.5.2011), di Dio Uno e Trino, assolutamente trascendente e soprannaturale, nel senso che è al di sopra di tutto il Creato, che elargisce sugli uomini la grazia soprannaturale, così creando l’ordine sovrannaturale illuminando la loro conoscenza con la fede e accendendo la loro volontà con la carità, affinchè l’uomo si possa elevare ed unire a Lui quaggiù e nel Cielo, per questo scopo crea la Chiesa a cui affida la grazia dei Sacramenti e tutte le verità soprannaturali sulla fede e la morale, soprattutto i Dieci Comandamenti di cui l’uomo avrà bisogno per attraversare questo mondo. Coloro che seguono questa strada, apparecchiata per loro da Dio, raggiungeranno il Cielo, coloro che non la seguiranno finiranno nell’Inferno; la strada che conduce al Cielo è stretta e richiede ascesi e mortificazione, anche se porta con se la pace e la più profonda felicità possibile in questo mondo; la strada che conduce all’Inferno è larga invece, non richiede sforzi e porta con se piaceri, ma piaceri passeggeri che cedono poi alla tristezza e spesso alla disperazione.

Da circa cinquant’anni, dunque, molti uomini nella Chiesa presentano un’altra visione della realtà, la grazia e l’ordine soprannaturale non sono più menzionati, la fede cattolica sarebbe secondo loro un sistema di credenze sullo stesso livello di quello dei protestanti, o di qualsiasi altra confessione cristiana o di quelle di tutte le altre religioni; il “Credo” non sarebbe più necessario, per raggiungere il Cielo.

La fede come vediamo, per esempio, nella trascuratezza della dottrina del Limbo, non sarebbe più necessario a questo fine neanche il Battesimo, nè l’appartenenza alla Chiesa Cattolica, il Battesimo diverrebbe così una convenzione e la Chiesa solo un raggruppamento di persone con le stesse credenze; non sarebbe necessaria neppure la Carità dell’amore soprannaturale, ma basterebbe l’amore in senso assai vago e indefinito, relativo solo alle necessità umane dell’uomo, quell’amore che secondo molti è l’essenza dell’Ecumenismo, mentre la prima finalità del Matrimonio (che è uno dei Sette Sacramenti) sarebbe la chiave della vita eterna.

Questo amore e la gioia a cui conduce, costituiscono un vangelo positivo opposto ad un Vangelo negativo che si occupa di mortificazione, di peccato e dell’Inferno. Questa visione rappresenta un allontanamento dall’oggettivo, dalla realtà, dalla verità oggettiva, l’ordine soprannaturale, l’autorità, le leggi, la giustizia verso il soggettivo, l’amore, la comunione e la vera gioia.

L’insegnamento è cambiato, dunque, la nostra domanda perciò è: “quale insegnamento è giusto, quello tradizionale o quello moderno? O forse l’insegnamento tradizionale era giusto, e allora adesso, l’insegnamento moderno è giusto?”Diamo un esempio: la fede e la carità sono necessarie alla salvezza, o non lo sono? Oppure, erano necessarie nel passato, ed ora non lo sono più?

Carissimi amici, la risposta è chiara come la luce: l’insegnamento tradizionale è giusto e quello
moderno è falso!La fede e la carità sono necessarie per la salvezza e lo saranno sempre!Perchè è giusto l’insegnamento tradizionale?

Perchè l’insegnamento tradizionale è l’ insegnamento della verità oggettiva che la Chiesa ha
ricevuto da Dio stesso, secondo le parole del Signore nel Vangelo di oggi: “quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”, l’insegnamento tradizionale è insegnamento di verità oggettive, dunque, che come tali sono immutabili, immutabili come le verità della matematica: se due più due fanno quattro, oggi, lo faranno anche domani!

Questo insegnamento tradizionale della Chiesa, dunque, non è cambiato, non cambierà e non può cambiare, come la Chiesa stessa non è cambiata a questo riguardo e non cambierà, non può cambiare!

Come sappiamo che l’insegnamento tradizionale sulla necessità della fede e della carità e sulla
salvezza, o sulla Santissima Trinità, sulle realtà della Beata Vergine Maria, sull’Incarnazione, sulla morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo + è vero?

Perchè la Chiesa col sostegno dello Spirito di Verità, che è lo Spirito Santo, l’ha definito come tale, la Chiesa l’ha definito come dogma, come divinamente rivelato e da credere come tale per ogni membro della Chiesa Cattolica, così che, chi la nega, anche solo un solo articolo, sarà escluso dalla comunione della Chiesa.

Coloro che insegnano dottrine opposte non possono cambiare l’insegnamento Cattolico, dunque, non ne hanno il potere perchè quell’insegnamento è immutabile, non hanno l’autorità, la competenza, perchè hanno l’autorità e la competenza solo per insegnare il Depositum Fidei, i dogmi della fede, per insegnare i quali hanno ricevuto il “munus docendi” l’ufficio per insegnare, perciò non possono cambiare l’insegnamento.

Sono loro come i professori incaricati ad insegnare la matematica, i quali insegnano infatti, che due più due fa quattro e non che due più due fa tre, non possono cambiare la matematica perchè le sue verità sono immutabili e non hanno neanche l’autorità poichè hanno ricevuto solo l’autorità e la competenza di insegnare la matematica.

Ora, i così detti modernisti, pretendono che il fondamento teologico per il cambiamento
dell’insegnamento risiede nel fatto che l’oggetto della fede è l’esperienza religiosa, il senso
religioso, di cui l’espressione cambia e si sviluppa attraverso i tempi.

La Chiesa Cattolica, invece, ha condannato queste due dottrine.Ha condannato la prima dottrina, che la fede si riduce all’esperienza religiosa, nel Decreto Lamentabili e Pascendi di san Pio X e ha condannato la seconda dottrina, che il dogma cambia e si sviluppa, nell’Enciclica Humani generis di Pio XII, la Chiesa insegna che il dogma secondo il suo contenuto è di origine veramente divina, che è l’espressione della verità oggettiva e che il suo contenuto è immutabile, non c’è dunque cambiamento ne sviluppo nel contenuto del dogma, l’unico tipo di sviluppo che attinge al dogma è lo sviluppo della sua espressione che nel corso dei secoli diviene più chiara e più profonda, come è nelle parole di san Vincenzo Lerino citate nella Costituzione Dei Filius del Concilio Vaticano Primo: “solo nello stesso dogma, nello stesso senso e nello stesso modo di intendere” – in eodem dogmate,
eodem sensu, eademque sententia -.

In una parola, i dogmi della Chiesa, le sue verità oggettive, che ha ricevute da Dio stesso con
l’incarico di insegnarle le corso dei secoli, non cambiano e non possono cambiare, solo la loro
espressione può cambiare ma divenendo più chiara, più profonda, come la luce del sole che cresce fin dall’aurora e a mezzogiorno rimane la stessa luce, nelle parole di san Vincenzo Lerino.

La ragione ultima, carissimi fedeli, per la quale l’oggetto della fede non può cambiare è che il suo Oggetto nell’ultima analisi è Dio stesso, Lui stesso è quel sole, quel sole increato che noi
percepiamo nel corso del nostro passaggio attraverso il deserto di questo mondo, che percepiamo in modo debole come all’aurora, e in modo forte come a mezzogiorno, Lui stesso è quel sole che manda i suoi raggi, che emette la Sua luce e la Sua Verità per illuminare le nostre menti con la fede, così che possiamo dire col Salmista:”Nella Tua luce vedremo la luce”; Lui stesso è quel sole che in questo mondo non possiamo guardare direttamente con gli occhi a causa dell’eccesso della Sua Divina gloria, ma che vedremo nel prossimo mondo, quando la luce della grazia si trasformerà nella luce di gloria, quando Lo vedremo faccia a faccia e quando, nelle parole dell’Apocalisse: “non vi sarà più notte e non avremmo più bisogno di luce di lampada perchè il Signore Dio ci illuminerà e regneremo con Lui nei secoli, dei secoli. Amen”.